Antonio Di Pietro è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Carige? Invertendo l’ordine degli addendi la somma non cambia. Man mano che si evidenziano delle emergenze, questo governo deve fare come il precedente. Giusto salvare i risparmiatori, ma forse è il caso che chi sta al governo non metta due giacchette: quella dell’opposizione e quella del governo. I 5 Stelle appoggiano i gilet gialli, ma quelli contrastano chi sta al governo, i 5 Stelle invece stanno al governo e devono rispondere di quello che fanno. Caso Sea Watch? Toninelli e anche le autorità portuali possono decidere di far attraccare la nave a Palermo in attesa che in Europa si mettano d’accordo, il ministro dell’interno decide solo se i passeggeri possono scendere o no. Se ci scappa il morto poi succede il finimondo. Dl sicurezza? Dal punto di vista umano e politico capisco il problema di coscienza dei sindaci, ma dura lex sed lex. Il sindaco ha tutto il diritto di avere un’obiezione di coscienza, ma in quel caso si dimette lui non è che può rifiutarsi di applicare la legge”
Sul salvataggio di Banca Carige
“Invertendo l’ordine degli addendi la somma non cambia –ha affermato Di Pietro-. Man mano che si evidenziano delle emergenze, questo governo deve fare come il precedente. C’è bisogno di salvare i risparmiatori delle banche, è giusto che il governo lo faccia. Forse è il caso che chi sta al governo non metta due giacchette: quella dell’opposizione e quella del governo. I 5 Stelle appoggiano i gilet gialli, ma quelli contrastano chi sta al governo, i 5 Stelle invece stanno al governo e non sono quelli che giudicano, sono quelli che devono essere giudicati, devono rendere conto di quello che fanno. Il fatto che abbiano fatto questo intervento sulla banca Carige è corretto e doveroso, quello che non è corretto è sparare a zero sul governo quando stai all’opposizione. Chi fa opposizione non dovrebbe farla a prescindere, ma guardare quello che è giusto e quello che non è giusto. Ad esempio io il decreto corruzione l’avrei votato”.
Sul caso Sea Watch e Sea Eye
“Sul piano prettamente tecnico legislativo sono due le questioni: il codice della navigazione prevede che chi decide se una nave deve entrare o no in un porto è il ministero delle infrastrutture, il ministro dell’interno decide invece se i passeggeri devono scendere o no. Toninelli potrebbe dire: attracchino pure a Palermo, in attesa che in Europa si mettano d’accordo. Se ci scappa il morto poi succede il finimondo. Ogni giorno deve partire qualcuno a dargli da mangiare, se invece li fai attraccare puoi dare assistenza in condizioni di sicurezza e spendendo molto meno. Anche l’autorità portuale potrebbe decidere autonomamente, non c’è bisogno della firma del ministro”.
Riguardo lo scontro tra sindaci e governo sul dl sicurezza
“Dal punto di vista umano e politico capisco il problema di coscienza dei sindaci –ha dichiarato Di Pietro-. Però io sono per il principio ‘dura lex sed lex’. Se non ti piace una legge da cittadino e da politico ti opponi, ma da amministratore devi applicarla, se no ogni mattina si alza uno e dice che viola la legge perché non gli piace. Il sindaco ha tutto il diritto di avere un’obiezione di coscienza, ma in quel caso si dimette lui non è che può rifiutarsi di applicare la legge”.