Terremoto centro Italia, Roberta Paoloni, cittadina di Accumoli, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è Desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Sono passati tre anni dal terremoto e non si è risolto nulla. Qui è stato fatto un errore fin dall’inizio, mettendoci dentro queste casette di carta che ogni giorno hanno un guasto. Siamo la vergogna d’Italia, per questo cercano di tenerci nascosti. Confido soltanto nel nuovo governo e nel nuovo commissario perché peggio di quello che è stato fatto in passato non si può fare. Quelli di prima sono venuti qua a fare le loro passerelle, ci hanno detto che non ci avrebbero lasciati soli e il giorno dopo non li abbiamo più visti. Faccio un appello al nuovo governo: mettetevi una mano sulla coscienza, veniteci a trovare. Se non c’è futuro, almeno ci dicano chiaramente: andate via. Ci saldano la casa e ce la ricostruiamo da un’altra parte”

Riguardo la situazione ad Accumoli dopo il sisma del 2016

“Non c’è nessun progresso –ha affermato Paoloni-. Qui è stato fatto un errore fin dall’inizio, mettendoci dentro queste casette che ogni giorno hanno un guasto, un problema. Casette di legno? Magari fossero di legno, sono casette di carta, di legno abbiamo solo il porticato fuori. Hanno fatto lavori di fretta, a cominciare dalle fogne, qui adesso nevica, se va via la corrente rimaniamo al gelo perché queste casette sono talmente sottili e porte e finestre hanno spifferi da tutte le parti. C’è una famiglia a cui hanno sistemato la casa perché c’era la muffa, porte che non si chiudevano, pavimenti che si sollevavano. Gliel’hanno sistemata ad agosto, ma dopo pochissimi mesi ha avuto gli stessi problemi e ieri stava senza riscaldamento. Se uno deve rimanere dentro queste casette col terrore che se va via la corrente muore di freddo, già uno si agita. Qui siamo isolati dal mondo, l’unico mezzo che abbiamo è il telefono. Siamo la vergogna d’Italia, per questo cercano di tenerci nascosti. Sono passati tre anni dal terremoto e non si è risolto nulla. Confido soltanto nel nuovo governo e nel nuovo commissario perché peggio di quello che è stato fatto in passato non si può fare. Quelli di prima sono venuti qua a fare le loro passerelle, ci hanno detto che non ci avrebbero lasciati soli e il giorno dopo non li abbiamo più visti. Qui non serve solo rientrare dentro casa, serve anche lavorare, non c’è una prospettiva. Si va avanti perché siamo forti, io sono madre di un ragazzo e devo andare avanti anche per lui. Mio figlio ha reagito piuttosto bene, ha scelto di rimanere in questa terra anche se io volevo mandarlo a studiare ad Ascoli Piceno. Noi siamo paesi di montagna che non servono a nessuno, anche se queste zone sono bellissime, se sfruttate bene per il turismo sarebbero posti incredibili. Stanno facendo di tutto per mandarci via. La gente è esasperata, ci sono persone che dicono: almeno mi saldassero la casa e me la vado a costruire da un’altra parte. Faccio un appello al nuovo governo: mettetevi una mano sulla coscienza, veniteci a trovare, ma non potete lasciare la gente così, siamo vivi per miracolo, stiamo male e non vediamo un futuro. Anche il nostro sindaco dovrebbe dirci qualche parola in più, perché anche lui è un politico. Noi chiediamo una ricostruzione veloce oppure se non c’è futuro, almeno ci dicano chiaramente: andate via. Ci saldano le nostre case e ce le ricostruiamo da un’altra parte”.

Su Sergio Pirozzi

 “Pirozzi faceva meglio a restare ad Amatrice, se teneva tanto alla sua popolazione poteva restare dove stava. Io e Pirozzi andavamo al liceo insieme, ci conosciamo da ragazzini. Lui si è messo a fare politica per risolvere i problemi, ma secondo me risolveva molto di più se rimaneva ad Amatrice”.