Piergiorgio Odifreddi, matematico e saggista, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.Parla lo scienziato Piergiorgio Odifreddi: “Quando Di Maio comincia a lavorare alla manovra dice: non ci faremo condizionare dai numeri, è come se salendo sul balcone di Palazzo Chigi dicesse: io non voglio farmi condizionare dalla legge di gravità quindi salto giù e non finirò per terra. La Castelli? La risposta migliore gliel’ha data Padoan senza nemmeno parlare, bastava guardare la sua faccia allibita. Tra l’altro la Castelli è laureata in economia e questo è ancora più preoccupante. E’ come se facessi la dimostrazione del teorema di Pitagora e uno studente mi dicesse: questo lo dice Lei. Ormai l’atteggiamento anti-scientifico non è solo nel pubblico ma anche in politica, se i politici sono eletti dagli elettori e se il 90% degli elettori è stupido come diceva Umberto Eco, anche il 90% dei politici sarà stupido, ma il problema è che non è più il 90%, ormai siamo arrivati all’unanimità. La commissione cultura del Senato è presieduta da un senatore che ha la terza media, questo è sintomatico. Le Iene? Sono una trasmissione che in altri tempi si sarebbe chiamata di ‘untori’”

 Su chi mette in discussione gli scienziati

 “C’è stata una rivoluzione nei media e ormai chiunque vuole avere diritto di dire quello che vuole –ha affermato Odifreddi-. Si è frainteso il valore e anche il modo di agire della scienza. Si chiede che la scienza sia democratica, ma purtroppo i fatti sono fatti, non è che si possono mettere i voti, non è che si può fare un referendum per decidere se il teorema di Pitagora è vero o no. La scienza procede in maniera razionale attraverso dimostrazioni e purtroppo questo la gente non lo capisce. La gente oggi pretende di far passare i propri pregiudizi e metterli sullo stesso piano delle scoperte scientifiche. La scienza è quello che fanno gli scienziati, perciò quando si parla di scienza non si può fare altro che chiedere agli scienziati. Al contrario delle filosofie, delle religioni, delle filosofie politiche, la scienza è unica in tutto il mondo. La scienza non è pluralista”.

Sulla trasmissione Le Iene

 “Le Iene sono una trasmissione che in altri tempi si sarebbe chiamata di ‘untori’, cioè coloro che vanno a diffondere la peste e le malattie infettive. Sono loro che spesso sono andati dietro a polemiche sul caso dei vaccini, sul caso Vannoni. Quello di Vannoni, che poi è finito in galera per truffa, è un caso emblematico. Il Parlamento italiano nella scorsa legislatura ha votato all’unanimità fondi per la sperimentazione del metodo Vannoni anziché dargli un calcio nel sedere dicendogli: vai a studiare e lascia perdere. Ormai l’atteggiamento anti-scientifico non è solo nel pubblico, e infondo uno potrebbe anche fregarsene perché ognuno alle sue idee e si sa che il 90% della gente è stupida come diceva Umberto Eco, ma anche nella politica. E’ anche vero che c’è un legame diretto perché se i politici sono eletti dagli elettori, se il 90% degli elettori è stupido, anche il 90% dei politici sarà stupido. Ma il problema è che non è più il 90%, ormai siamo arrivati all’unanimità”.

Sull’attuale Parlamento

 “La commissione cultura del Senato è presieduta da un senatore che ha la terza media. Non c’è niente di male nell’essere senatore con la terza media, però il fatto che venga messo alla presidenza della commissione cultura è sintomatico. Il Ministro dell’Istruzione e della Ricerca Scientifica è laureato in ginnastica. La politica da sempre vuole intervenire nella scienza, lo si è fatto ad esempio nella Russia stalinista. La rimozione di Battiston dall’Agenzia Spaziale fa capire che la politica vuole controllare queste cose perché si tratta di affari. La scienza e la tecnologia sono una grossa parte dell’economia e in quel caso la politica interviene perché vuole mettere uomini suoi”.

Su Burioni

 “Burioni ha quel carattere, io sono un po’ più accomodante. Ma lui ha ragione nella sostanza: non si può discutere di scienza con persone che non sanno di cosa stanno parlando. Invece la gente pretende di dire: io la penso così e tu devi darmi la stessa dignità culturale che daresti a quella di un Premio Nobel. Questo è uno dei cardini della politica, che il voto dell’ignorante e quello del Premio Nobel valgano esattamente allo stesso modo. Questo è giusto quando si tratta di politica, ma quando si tratta di fatti è una cosa ridicola”.

Su Di Maio

 “Quando Di Maio comincia a lavorare alla manovra dice: non ci faremo condizionare dai numeri. Bravo, questo è proprio l’atteggiamento giusto. E’ come se salendo sul balcone di Palazzo Chigi dicesse: io non voglio farmi condizionare dalla legge di gravità, salto giù e non finirò per terra. Lo può anche fare, ma la legge di gravità esiste così come esistono i numeri. Pensano di poter aggirare le leggi economiche e scientifiche semplicemente dicendo che a loro non interessano e non si fanno condizionare, ma poi queste leggi esistono comunque. La mia è la battuta definitiva sul balcone? Lo sarebbe stata se davvero Di Maio avesse saltato” ha scherzato Odifreddi.

Sul ‘questo lo dice Lei’ della Castelli a Padoan

 “La risposta migliore gliel’ha data Padoan senza nemmeno parlare, bastava guardare la sua faccia allibita. Tra l’altro la Castelli è laureata in economia e questo è ancora più preoccupante. D’altronde si sa, si può anche essere laureati in economia e non essere economisti. E’ come se facessi la dimostrazione del teorema di Pitagora e uno studente mi dicesse: questo lo dice lei. Certo che lo dico io, sono il professore. A parte gli scherzi, questo atteggiamento esiste. Non c’è l’umiltà di imparare e studiare prima di discutere”.

Sui terrapiattisti

 “Preferisco non parlarne nemmeno. Una volta sono stato a un congresso di eretici della scienza, che mettono in discussione le varie teorie scientifiche. Ognuno ha i suoi pallini. Adesso questa tendenza si è diffusa su tutto, perché ormai si può essere universali su tutte le cose. Da una parte fa ridere, ma dall’altra fa piangere. Al giorno d’oggi che viviamo in un mondo tecnologico, una società che vuole essere tecnologica e ha un atteggiamento del genere nei confronti della scienza secondo me va a sbattere”.