Antonio Pappalardo, generale in pensione dell’Arma dei Carabinieri, leader del Movimento Liberazione Italia, presidente del Sindacato unitario personale in uniforme, ex parlamentare, ex candidato è intervenuto a Radio Cusano Campus. Nella trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente ha bocciato l’emendamento alla legge di Bilancio che prevede l’utilizzo dell’Esercito per riparare le buche di Roma.
L’emendamento
Sono le cose che fa un governo arraffone, di incapaci, di sprovveduti che non sanno che pesci prendere. Visto che le varie amministrazioni civili non sanno che fare allora chiamiamo i militari perché lavorano bene e posso sistemare pure le buche. E’ una boiata pazzesca. Non rompano le scatole ai militari.
Sulla Protezione civile
In Italia la Protezione Civile è un fallimento totale, non riesce a intervenire nei terremoti, nelle catastrofi e alla fine bisogna sempre chiamare i militari. Ai militari venga affidata la costituzione di una guardia nazionale che studi tutti i fenomeni catastrofici che si posso abbattere sul nostro territorio. Aboliamo la Protezione Civile. Gli stati maggiori militari sì che sanno pianificare, organizzare, intervenire, i militari sanno lavorare. I poteri e le mansioni della Protezione Civile vengano affidati all’Esercito, le Forze Armate si prendano questo compito perché è una vera e propria guerra visto che ogni cinque minuti avviene un fatto catastrofico.
Su Roma
E’ notevolmente peggiorata, inquinamento a non finire. Quando vado a Roma, in pieno centro dove c’è la Camera dei Deputati, devo rifugiarmi in un bar per prendere un bicchiere d’acqua perché non riesco a respirare. Dell’inquinamento non si vuole occupare nessuno, oggi ogni famiglia ha un malato di cancro.
Su Salvini e Di Maio
Sono due mentitori. Non hanno mantenuto le promesse elettorali, l’unica cosa che hanno fatto è quel ridicolo decreto sulla sicurezza che non vale un fico secco. Quando fai una promessa al popolo sovrano la devi mantenere, perché il popolo e Dio e se tu non la mantieni bestemmi il Signore.