L’avvocato Daniele Bocciolini è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, la radio dell’Università Niccolò Cusano. Il legale ha seguito da vicino un caso di diffamazione online, incontrando ostacoli che appaiono insormontabili.
Stati Uniti
“Abbiamo presentato una denuncia per diffamazione avvenuta su Facebook. Parliamo di un caso di vero e proprio cyberbullismo. La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione perché il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha fatto sapere che per il reato di diffamazione, per tutti i processi penali pendenti, respingerà tutte le richieste di rogatoria. Negli stati Uniti la Costituzione parla di libertà di espressione. Quindi, se un pm raccoglie una denuncia, anche da parte di un minorenne che viene magari massacrato quotidianamente sui social, da profili più o meno falsi, anonimi o non identificabili al 100%, potrà fare ben poco. Quando la nostra polizia giudiziaria chiede l’autorizzazione a Facebook Stati Uniti per accedere ai dati di un profilo anonimo la risposta che riceve è che non essendo la diffamazione un reato negli USA questi non devono dare i dati dell’utente”.
Profili falsi
“Anche se un profilo è identificato la situazione non cambia. Questo problema vale per tutti. Si deve passare per Facebook per avere i dati di log attraverso i quali si risale all’account e quindi all’ip del soggetto che ha scritto commenti diffamatori. Quindi il veto degli Stati Uniti vale per tutti. Facebook Stati Initi ci sta dicendo che per noi europei è inutile continuare a fare leggi contro il cyber bullismo perche negli USA la diffamazione non è reato.
Garante dati personali
“Dove sono i rappresentanti di Facebook Italia, cosa ci dicono a riguardo? Sono incazzato nero. Bisogna pensare a quei ragazzini che vengono massacrati tutti i giorni. La nuova legge sul cyberbullismo prevede “l’istanza di oscuramento dati” al social network. Voi ve lo immaginate un minore che scrive al social network mentre questo stesso social network non tiene in considerazione neanche le richieste di un pm? Non prendiamoci per il culo. Se il social network non risponde entro 24 ore allora si può fare istanza al garante dei dati personali. Ma cosa può fare il garante se neanche il pm riesce ad accedere ai dati? Conta qualcosa il garante dei dati personali in Italia?”
Ci sono anche altri mezzi di indagine che permettono all’autorità giudiziaria di identificare i diffamatori.