Bugie nel curriculum? Se sei impegnato a cercare lavoro nel nuovo millennio, devi considerare che molte cose sono mutate negli ultimi dieci anni. La crisi imperante “impera” di meno ma per aggirare alcuni muri che sembravano insormontabili fino a poco tempo fa bisogna comunque conoscere le giuste traiettorie ed i giusti modi per imboccarle.
L’evoluzione del mercato del lavoro, infatti, è andata di pari passo con il boom della tecnologia anche in Italia, paese storicamente analfebetizzato da un punto di vista digitale. Ora buona parte del gap con gli altri paesi è stato colmato e più o meno tutte le aziende si sono mosse per fare business sul web. Tu lo devi sapere.
Per questa ragione una corretta gestione dei propri social network comporta una regola aurea nuova che distrugge una regola aurea vecchia: non gonfiare più il tuo curriculum vitae o ne riceverai solo danni ad effetto boomerang. Ecco una guida che ti spiega meglio questo passaggio.
Bugie nel curriculum? Non servono. Ti spieghiamo perché contestualizzando il discorso nella storia del mercato del lavoro italiano e dandoti precise ragioni per reimpostare il tuo approccio alla scrittura del curriculum vitae.
Il cv nella crisi
Fino a poco tempo fa l’Italia è nel pieno di una brutta crisi economica. Trovare lavoro da neolaureati era quasi impossibile. Regnavano le raccomandazioni e, soprattutto, non c’erano fisicamente posti di lavoro papabili. Senza spazi e chiusi dai “soliti noti”, la soluzione era darsi un tono inventando competenze personali.
La prassi
Usare bugie nel curriculum, quindi, era un costume talmente diffuso che non farlo significava partire svantaggiati. Usiamo una metafora per capire meglio la questione. In un campionato di calcio immaginario dove tutti i calciatori sono dopati, non esserlo vorrebbe dire non avere la muscolatura minima per gareggiare. E’ chiaro che eticamente il discorso sia del tutto sballato. Questo portò, infatti, ad un’escalation che causò un crack: nessuno leggeva più i cv perché nessuno ci credeva più.
Gli stage
La verità spesso veniva fuori troppo tardi e cioè durante la fase di stage del neolaureato che quelle competenze che aveva dichiarato non le aveva. Oltre alla brutta figura (ma questi sono sofismi), il danno era tutto verso il lavoratore che “pagava” la sua bugia accettando condizioni economiche al limite del costo zero e garanzie contrattuali aleatorie pur di evitare di essere mandato via.
Il margine di azione
Esisteva una soluzione alle bugie nel curriculum e cioè darsi da fare. Alcuni ragazzi molto dotati riuscivano ad imparare in fretta parallelamente al lavoro quello che avevano già detto di saper fare. Questa, tra l’altro, è stata una delle ragioni del crescente successo delle università telematiche “frequentate” in eLearning da chi aveva già un’occupazione.
Bugie nel CV
Se ora è chiaro il passato delle bugie nel curriculum, ora è bene capire lo stato dell’arte del tema.
Social Network
Ognuno di noi ha almeno un profilo social e questo conta anche per il datore di lavoro. Perché spesso il modo per recuperare informazioni su un candidato passa da là, dai suoi post e dalle foto private (che private non sono). Ci siamo messi volontariamente sotto una lente di ingrandimento alla luce del sole ed ora lo dobbiamo considerare nel mentire sulle nostre skills.
Questa è la finestra sul vostro privato. I dati su Facebook non si cancellano più e lo sanno bene tutti quelli che hanno chiesto il diritto all’oblio e che stanno ancora cercando di ottenerlo. Non dire che hai vissuto cinque anni a Parigi se nel tuo diario non ci sono scatti sotto la Torre Eiffel e non dire che sei un soggetto concentrato solo sull’obiettivo da raggiungere quando ci sono filmati di te sbronzo ad una festa. Il Responsabile delle Risorse Umane incrocerà di certo i dati.
Il tuo orientamento politico o, più in generale, ideologico potrebbe avere un peso per alcune aziende nella valutazione di una tua eventuale assunzione. Su questo social network è facile che tu lo abbia espresso perché, tra tweet e retweet, il pubblico medio, essendo più colto rispetto a quello di Facebook, discute di attualità, cronaca e politica interna ed esterna. Non è una tessera di partito ma neanche un velo oscuro su quel che pensi di questo paese e chi si alterna a governarlo.
E’ il più importante social network per trovare lavoro ma è ancora poco sfruttato in Italia. Non devi mettere il tuo curriculum vitae in digitale ma costruire un flusso di comunicazione tra esperienze passate, ex colleghi, colleghi attuali ed altre realtà con cui sei entrato in contatto dando modo a chi ti valuta di “leggerti” per il valore che hai. Ecco perché esistono dei video-corsi base di LinkedIn per imparare a gestire al meglio le enormi (e ancora ignote a noi) potenzialità di questo strumento.
Consulenza esterna
Se hai capito che le bugie nel curriculum con i social network hanno le gambe corte, ancora più corte sono per via delle modalità più diffuse di collaborazione con le aziende e cioè con la consulenza esterna. I soldi tornano ad esserci ma nessuno si arrischia più ad impegnarsi con una risorsa umana a tempo indeterminato.
Più facile, invece. che si inizi un rapporto a Partita Iva, regolare e pulito, durante il quale eventuali defaillance venute fuori a sorpresa possono essere corrette anche con periodi di studio magari retribuiti meno o, al limite estremo, con la fine della collaborazione. Non ha più senso mentire se sei così tanto esposto alle “rappresaglie” di un’azienda.
Lavori a progetto
L’evoluzione della consulenza esterna è lavorare su un preciso progetto. Come si usa da anni negli Stati Uniti, potresti essere formalmente perfetto per un preciso percorso ma poco interessante per altri. Se un cliente chiede social media marketing, per fare un esempio, ma la tipologia generale è più interessata alla mera creazione di siti, basterà tessere una collaborazione solo sul caso specifico. Mentire in questo acquario è impossibile perché essere messo alla porta è facilissimo per il datore di lavoro.
Mentire nel CV: soluzioni
Se le bugie nel curriculum sono inutili, come fare per non essere poco appetibili sul mercato? Ecco una serie di possibilità che ti metteranno sulla cresta dell’onda e non sotto di essa.
Formazione online
Studiare online ormai è davvero facile ed ha costi contenuti. Realtà come l’università Niccolò Cusano lo dimostrano con un’offerta didattica che non è solo competitiva in quanto a prezzi ma anche qualitativa, con corsi di laurea e master tenuti da docenti di livello e addetti ai lavori skillati sulle singole materie. Parallelamente al primo lavoro o subito dopo la laurea, devi progettare di specializzarti attraverso questa modalità.
Gruppi sui social network
Usare i social network per approfondire un tema è ormai prassi, prassi moderna ed intelligenti. Molti, infatti, sono i contenuti disponibili su queste piattaforme che possono essere preziose fonti di informazione e formazione gratuita aggiornate in tempo reale e con la possibilità di interagire con colleghi ed altri ragazzi nella stessa condizione.
Blog e forum di settore
Realtà di successo come Hubspot sono un simbolo. Aggiornare costantemente le competenze è la chiave di volta per interessare le aziende. Accadrà, a giro, che una skill precisa (spesso rara) possa far gola più di una signora carriera accademica. Ve lo dicono tutti quei giornalisti che lavorano più per le loro competenze SEO che per la bravura di scrittura (che magari hanno). Cerca le tue fonti e frequentale assiduamente.
*** Se ti è interessato scoprire le ragioni per spazzar via le bugie nel curriculum, di certo troverai utile anche questo articolo su come trovare lavoro con Facebook ***