Il famoso software ideato per arginare il fenomeno delle ecomafie e dei disastri ambientali voluto dal Ministro Costa giorni fa ha detto di non essere mai entrato pienamente in funzione e quindi chiuderà definitivamente i battenti. Verrà sostituito da una bolla in pdf, si torna al passato e a rimetterci sono i 26 tecnici specializzati che ora rischiano il posto di lavoro.  Emiliano Santoni, uno di questi lavori ci racconta nel dettaglio cosa sta succedendo.

“La realtà è abbastanza complessa: il Sistri  (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti), voluto dal Ministro dell’Ambiente Costa è stato istituito nel 2010 per volere della Prestigiacomo ma è un progetto bipartisan voluto anche dal governo Prodi e serve ad indicare chi è che produce un rifiuto speciale, dove lo porta, la quantità e il mezzo che trasporta questo rifiuto grazie a un sistema satellitare. C’è un registro cronologico cartaceo e una bolla di accompagnamento da compilare e firmare che poi viene portata al destinatario finale. Il problema grave è che i controlli sul cartaceo non funzionavano a pieno. Noi rischiamo il 31 dicembre di perdere il posto di lavoro ma ce lo aspettavamo: questo è stato un progetto creato non bene e gestito peggio, aveva bisogno di un aggiornamento completo. Il Ministro Costa non ci ha stupito, già da gennaio scorso, nella legge di stabilità n.205 era stato indicato che nonostante l’eventuale proroga era destinato a chiudere i battenti, quindi ce lo aspettavamo. Ho iniziato 8 anni fa a lavorare li a 750 euro al mese, poi siamo stati assorbiti da un’agenzia interinale e sempre li siamo rimasti: il Ministero può chiudere il Sistri ma così si torna al pdf della bolla cartacea, torniamo al 2009 e facciamo passi indietro. Il problema sono anche i controlli sulla tracciabilità che in questo modo verranno omessi, non ci sarà più il controllo in tempo reale. Se ci fosse stata una gara per il cambio di appalto sarebbe stato diverso. ll problema nostro, dei lavoratori dei call center, che siamo 27 in tutto è che non ci ascoltano e pensano di lasciarci così senza nulla in mano: quello che chiediamo al Ministro Costa è di tenerci in considerazione per un altro possibile impiego anche se ad oggi non abbiamo ancora ricevuto alcun suo riscontro.”