Il 58% degli italiani pensa che l’Unione Europea tratti l’Italia peggio degli altri Paesi. Solo una sparuta minoranza del 7% ritiene che l’Ue abbia un occhio di riguardo per lo Stivale.

Il 43% degli italiani è convinto che le politiche di Bruxelles sono orientate dai Paesi più forti

Lo dice uno studio della Coldiretti/Ixè divulgato in occasione del confronto tra Governo e Commissione sulla manovra dopo le aperture del commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici all’ipotesi di sforamento del 3% del rapporto deficit/pil da parte della Francia. Secondo il 43% degli italiani le politiche di Bruxelles sono orientate dai Paesi più forti. Per il 37%, invece, a decidere sono soprattutto le lobby finanziarie ed economiche. Non manca chi addebita le contraddizioni dell’Unione alla burocrazia (12%), mentre appena il 3% è convinto che a contare in Europa siano i cittadini.

Il 46% degli italiani crede di essere in credito rispetto alla Ue. Numero questo che contrasta la percentuale di chi ritiene di essere in debito, ossia il 19%. C’è anche un 26% che ritiene che il rapporto tra dato e ricevuto sia in pari. Nonostante questo il 40% degli italiani dichiara di avere abbastanza fiducia nella Ue. Dall’altra parte un 36% spiega di avere poca fiducia e un 12% di non averne nessuna. Serve decisione e autorevolezza nel confronto in Europa sulla manovra per non indebolire l’Italia in una fase delicata del futuro dell’Unione Europea con le scelte sul bilancio comunitario dal quale dipenderanno molte delle opportunità di sviluppo per il Paese fino al 2027.

“Un nuovo protagonismo in Europa è necessario per cambiare una situazione in cui l’ultima relazione della Corte dei Conti ha evidenziato- ha sottolineato Prandini- come l’Italia sia contributore netto del bilancio Ue con un disavanzo di 4,4 miliardi nel 2016, che diventano 37,7 miliardi di euro se si prende in esame il periodo 2010-2016. In sostanza l’Italia paga 15,7 miliardi l’anno ma ne riceve indietro solo il 72%”.

                                                                                                                                                   Fonte DIRE