“Siamo diventati incapaci di sopportare l’altro. C’è una grande crisi economica che ci portiamo sulle spalle da quindici anni, gli italiani fanno fatica a trovare un lavoro, a investire soldi, a comprare una casa… C’è paura del futuro e l’italiano in tal modo scarica la sua oppressione sull’altro che può essere lo straniero, il lavoratore che occupa il tuo posto, il datore di lavoro che non ti aiuta a crescere e tutto questo insieme di fattori sfociano in rabbia, in cattiveria, in tanti episodi di violenza a cui assistiamo tutti i giorni. Attribuiamo agli altri la colpa per non attribuirla a noi stessi. Il nostro è un Paese che non ha affrontato i problemi che ci portiamo dietro da tanti anni e, dal momento che ora stanno emergendo piano piano tutto quello che in realtà già abbiamo come arretrati, noi italiani prendiamo come bersaglio gli immigrati dove non riusciamo a riconoscere che sono una risorsa, che noi stessi siamo stati immigrati tempo fa e poi tendiamo a prendercela con le Istituzioni europee che vediamo lontane da noi, metterci in difficoltà sotto il fronte investimenti, spese di tipo assistenzialistico etc… In realtà la colpa è solo nostra: noi abbiamo la responsabilità di rimettere in moto il Paese dopo più di dieci anni.  Questo governo ha fatto tante belle promesse ma dopo tanto tempo c’è bisogno anche dei fatti: noi italiani ci abbiamo creduto, sostenendoli in campagna elettorale e votandoli alle elezioni; molti continuano a crederci molto ancora: le promesse sono molto belle ma la gente ha bisogno di concretezze. Ce ne sono alcune che sembrano essere già sfumate, come il reddito di cittadinanza ma la vera responsabilità dell’attuale governo è quella di non avere ancora detto come e quando vorrà realizzare queste belle promesse espresse tempo fa, poiché rischia di non essere ormai più credibile.”