Corinaldo, Pietro Senaldi, direttore responsabile di Libero, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Non ho nessun rimorso per aver venduto in allegato al giornale la pistola al peperoncino. Se quel pazzo avesse usato la nostra pistola non sarebbe successo quel caos, la nostra pistola ha un getto che non si diffonde nell’aria ma va direttamente al bersaglio. La nostra pistola è una battaglia politica, perché rivendica il diritto alla legittima difesa in un Paese che non è in grado di difendersi. Io me la prenderei con quelli che organizzano i concerti facendoci dei soldi, lasciando dei bambini di 12-13 anni ad aspettare qualcuno fino alle 3 di notte, le persone serie non si comportano così. Sfera Ebbasta è un cantante ascoltato da tutti i giovani, non so perché ma è così, se mia figlia lo ascoltasse portarla al concerto sarebbe un regalo. Vietare ai figli di andare a quei concerti sarebbe da bacchettoni”

Libero ha venduto in allegato col giornale una pistola al peperoncino

“Non ho nessun rimorso di coscienza –ha affermato Senaldi-. Se quel pazzo avesse usato la nostra pistola non sarebbe successo quel caos, la nostra pistola ha un getto che non si diffonde nell’aria ma va direttamente al bersaglio. Le responsabilità ci sono ma sono di altri. Mi sentirei responsabile se organizzassi un concerto alle 22 sapendo che la guest star arriva alle 2 di notte, mi sentirei responsabile se avessi un locale e facessi entrare più gente di quella che può contenere, mi sentirei responsabile se fossi stato quello che ha venduto la droga al ragazzo che ha spruzzato lo spray. Alla base c’è sempre un mancato rispetto delle regole che in Italia è la normalità. La nostra pistola è una battaglia politica, perché rivendica il diritto alla legittima difesa in un Paese che non è in grado di difendersi. Noi siamo un piccolo giornale e quindi anche un facile bersaglio. Io me la prenderei con quelli che organizzano i concerti facendoci dei soldi, lasciando dei bambini di 12-13 anni ad aspettare qualcuno fino alle 3 di notte. Le persone serie non si comportano così, specie se hai un pubblico di minorenni e di 50enni che accompagnano i propri figli. Sfera Ebbasta è un cantante ascoltato da tutti i giovani, non so perché ma è così, se mia figlia lo ascoltasse portarla al concerto sarebbe un regalo. Vietare ai figli di andare a quei concerti sarebbe da bacchettoni. Ai nostri tempi c’era Vasco che diceva fegato spappolato”.