Sabato 8 dicembre è stato inaugurato l’albero dei migranti a Piazzale Spadolini nei pressi della stazione Tiburtina, denominato Spauracchio, contro le attuali politiche di esclusione sociale dei migranti. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione per l’accoglienza migranti Baobab Experience di cui Giovanna Cavallo ne è portavoce.
“Questo albero non ha un significato religioso ovviamente visto il multiculturalismo che ci contraddistingue ma è un momento di aggregazione e di condivisione sociale, un momento per stare davvero tutti insieme! La data non è stata casuale perché quest’anno, come ben sapete, ci sono stati altri eventi su Roma che hanno richiamato l’attenzione pubblica, andando a cozzare un po’ con quello che è il nostro messaggio. Sto parlando dei messaggi di odio propagandati lo stesso giorno a Piazza del Popolo e dell’ipocrisia della giunta capitolina a Piazza Venezia che ha voluto, con Netflix, rappresentare l’albero di Roma chissà per manifestare cosa… Il nostro Spauracchio si vuole volutamente allontanare da questi due tipi di manifestazioni che hanno inciso moltissimo sulle condizioni con cui stiamo operando in queste settimane, sia sulla vita dei migranti sia sulle attività dei volontari: abbiamo subìto molti sgomberi, pressioni e denunce e non si vede la fine di questa condizione. Noi abbiamo creato una raccolta firme dopo lo sgombero del 13 novembre scorso perché queste persone non hanno più un posto in cui andare e sono in strada, abbandonate e si devono anche nascondere. L’altro giorno ho parlato con un ragazzo che vuole tornare a tutti i costi nel proprio Paese ma non ha modo né soldi quindi è costretto a stare in Italia allo sbando: il governo dice molte bugie quando proclama di spedirli tutti a casa loro. Magari fosse così semplice per chi vuole davvero tornare! Anche per questo motivo stiamo raccogliendo le firme su change.org, poiché ci stiamo rivolgendo da due anni a questa parte a Ferrovie dello Stato affinché si possa creare una struttura di accoglienza nei pressi della Stazione Tiburtina ma non ci hanno mai risposto: non si può pensare di riqualificare quel posto senza fare i conti con quello che succede nelle vicinanze.”