Cultura, On. Frassinetti: “Torni prioritaria per il rilancio economico del Paese”.

Tra le associazioni d’idee più frequenti, la politica viene facilmente avvicinata a temi quali l’economia, la sicurezza, il lavoro. Molto più raramente, nell’immaginario collettivo, la politica si occupa di regolare, normare, incentivare quel settore che afferisce a discipline ed ambiti culturali e riconducibili al mondo dell’istruzione. Per dimostrare che dalla sinergia politica-cultura si possono trarre spunti, strutturare progetti e produrre risultati, Radio Cusano Campus ha ospitato nei suoi studi l’On. Paola Frassinetti, vice presidente della Commissione Cultura e Istruzione alla Camera per Fratelli d’Italia.

“Uno dei difetti della politica del nostro tempo è quello di tenere in poca considerazione la cultura. L’errore si ingigantisce se calato in un Paese come il nostro, dove la cultura dovrebbe rappresentare uno dei volani attorno a cui far ruotare la stessa economia. Il lavoro della nostra Commissione, al netto dei diversi orientamenti politici, sta nel rivalutare l’importanza della cultura, valorizzare il nostro immenso patrimonio che ha sempre più bisogno di attenzione e tutela”.

La formazione dei nostri studenti, attraverso percorsi didattici d’eccellenza, può rappresentare un’ulteriore spinta verso una nuova stagione di benessere economico?

“Il nostro Paese è dotato di grandi menti che, per alcuni difetti di sistema, si vedono costrette ad emigrare anche per la mancanza di un mercato del lavoro in grado di assorbire e valorizzare le competenze acquisite. Questo è un problema prioritario per l’Italia, perché la nuova classe dirigente, quella di domani, si forma oggi nelle scuole e nelle università”.

Qual è la maggiore criticità cui deve far fronte la filiera dell’istruzione in Italia?

“C’è un grosso problema legato alla valutazione. Saper valutare le scuole e con esse il corpo docente e quello dirigente, crea un meccanismo competitivo ma virtuoso che basa sulla valutazione la sua ricchezza. Purtroppo, i sistemi di valutazione sin qui attuati non si sono rivelati inefficaci. C’è poi un’altra questione, quella legata alla retribuzione degli insegnati, ai quali si chiede sempre di più ma per i quali non ci sono mai risorse sufficienti. Poi si commettono errori come quello di eliminare la traccia di storia alla Maturità, questione per la quale ho chiesto un’interrogazione parlamentare al Ministro Bussetti, o magari favorire l’utilizzo di tanti termini inglesi che vanno a soppiantare concetti che possono essere resi in maniera chiara e precisa in italiano”.

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