#comunicatrici è il libro di Antonella Dragotto e Janina Landau che raccoglie nove storie di donne di successo. Ogni protagonista racconta la propria condizione, privilegiata, di gran lunga diversa dalle stragrande maggioranza delle colleghe, forse per buona sorte o per tenacia. Ad ogni storia corrisponde una sliding doors, ovvero l’occasione che ha permesso che il cambiamento avvenisse, tutte sono riuscite a resistere ai soprusi subiti concentrandosi sull’obiettivo prefissato.
Nessuna delle nove protagoniste è laureata in Comunicazione, ma tutte sono riuscite ad approdare in un settore ancora poco compreso dalle aziende. Chi è il comunicatore? Quale funzione ha all’interno di un’azienda? Ne abbiamo parlato con Antonella Dragotto, già Responsabile dei Rapporti con la stampa della Banca d’Italia, a Tutto in Famiglia.
La funzione del comunicatore
#comunicatrici ci ha spiegato che le aziende con un buon ufficio comunicazione sono aziende con ottimi incassi. A dispetto di quello che si pensa, si tratta di una funzione puramente economica, finalizzata alla crescita dell’economia del Paese. “La prima cosa che fa è quella di ascoltare l’esterno e capire come l’azienda è percepita, e quindi reagire ed intervenire di conseguenza – ha osservato Antonella Dragotto – il comunicatore non è semplicemente una persona che ha una conoscenza vaga o superficiale dell’azienda, al contrario conosce bene il prodotto che comunica. Essere un buon comunicatore dipende molto dalle caratteristiche e capacità personali.”
Lo smart working per le donne in Banca d’Italia
Da Catia Augelli a Carlotta Sami a Lucia Sciacca o Marita Spera, il viaggio nel mondo della comunicazione è ricco di retroscena curiosi. Leggendo percepirete il coraggio e la forza delle protagoniste nel resistere e affrontare le avversità. #comunicatrici dimostra che il mondo della comunicazione sa premiare chi merita. “C’è spazio per tutti e soprattutto per le buone professionalità – si è congedata la dottoressa Dragotto – il mondo della comunicazione richiede parecchio lavoro. Banca d’Italia ha le rigidità tipiche delle istituzioni, ma è anche abbastanza accogliente. Per le donne si sta facendo molto, si è sempre fatto tanto, di recente si è intervenuti con iniziative importanti come lo smart working o il telelavoro.”