Chiazzetta è un “punkautore“, scrive come un cantautore e suona come un punkrocker, abita nello stesso mondo dei suoi colleghi cantautori indie, un mondo fatto di precarietà, di speranze e amori di provincia o di quartiere ma lo descrive con le chitarre più cattive, con un linguaggio crudo e provocatorio, preso in prestito dagli amici rapper, saltellando compulsivamente tra l’autobiografico, l’esistenzialismo e la satira sociale.

Chiazzetta dopo ben otto album voleva farne un nono ma non sapeva su cosa farlo, aveva talmente tante idee che c’era l’imbarazzo della scelta, alla fine ha deciso di fare un album proprio sull’imbarazzo della scelta.

L’imbarazzo della scelta è un disco per tutte le persone sospese, bloccate di fronte a innumerevoli scelte possibili, intrappolate dietro le sbarre della provincia e delle proprie paure (L’imbarazzo della scelta, Senza paura). La cronaca di decisioni epiche prese ma anche di dubbi e ripensamenti. È l’imbarazzo che c’è prima, durante e anche dopo le scelte fatte (Mare o scuola, Ciniglia, Scontro di sguardi, Un bullo in un film dell’orrore, Fai). È la colonna sonora di una sit-com dove tutti hanno bisogno di aiuto (Scrivimi, scrivimi). È una raccolta di situazioni diversamente sentimentali dove l’amore arriva scelta, come un Governo tecnico o dove si sceglie, anche un po’ troppo di opporsi fermamente alle regole (Un’amica sessuata, La libertà). È l’imbarazzo che mette una nazione e i suoi abitanti (Il vero sballo è dire NO) e infine sono i sentimenti espressi senza alcun tipo di filtro e per questo davvero tanto imbarazzanti (un bacio sbagliato, nemmeno un like, provo cose). L’imbarazzo della scelta è un disco rock, ma anche ballabile e cantabile, nonostante abbia un sacco di parole, forse troppe. Ospiti d’eccezione sono due cantautrici: Mèsa, promessa di Bomba Dischi, anche lei portatrice di rock nell’indie italiano e la giovanissima Marat che con Chiazzetta ha in comune una scrittura surreale e una gran quantità di parole.

Chiazzetta? ecco il suo nuovo lavoro raccontato in una bella intervista.

Chi?
Sono Chiazzetta e sono un Punkautore, sono vent’anni che faccio canzoni che mischiando l’approccio cantautorale classico al punk. Per punk intendo sia la musica Pop Punk Anni ’90 ma anche tutto ciò che il punk rappresenta come attitudine anarchica, creativa e contraddittoria, quindi anche il fatto di fare il contrario del punk perché il punk è così, va contro anche se stesso. In pratica sono un po’ mio nonno in campagna con la coppola un po’ uno con la chitarra che strilla, poi rappa, poi canta brani ballabili, passando per il cabaret e concludendo con ballatone serie e introspettive.

Che cosa?
Il mio ultimo album, il nono, si chiama “L’imbarazzo della scelta” . Quando si pensa a questa espressione si pensa a una moltitudine di cose, di strade, di cibo, ma in realtà prendendo letteralmente l’immagine invocata è l’imbarazzo il fulcro: lo stato emotivo creato dalla scelta. Ecco io avevo quest’imbarazzo nel decidere di cosa parlare nell’album e anche un po’ nella mia vita, alla fine ho deciso di farlo proprio sull’imbarazzo e sulla scelta e su tutto questo imbarazzo che c’è prima dopo e durante la scelta.

Quando?
Il quando è molto relativo. Ora è uscito il mio nuovo album ma è un album finito due anni fa, nel senso che la canzone più nuova è stata composta allora invece quella più vecchia risale al 2003, l’ho scritta dopo essere stato al cinema a vedere Matrix Reloaded (si sono vecchio).
Per me un album è sempre un viaggio nel tempo, non mi piace stare troppo nel presente, questa volta però ho esagerato: ho descritto puntate random del telefilm della mia vita, i momenti importanti scanditi da scelte ma anche picchi più imbarazzanti, raccontando di giorni bui, di partenze e ritorni dalla provincia, di decisioni epiche, di quanto fa ridere il nostro paese e di quanto può essere ridicolo anche l’amore.

Dove?
Ovunque. Ho portato e continuerò a portare il mio spettacolo e il mio imbarazzo in qualsiasi situazione sia possibile suonare. Ho solcato palchi grandi come quello del primo maggio nel 2008 come quelli dei più piccoli pub, o bar dove il palco neanche c’è.
Ho suonato le mie canzoni da Fiorello su Sky come in bagno (dove tra l’altro ho registrato le voci del mio primissimo album nel 2006). Ho girato  quasi tutte le regioni italiane, mancano solo Val d’aosta, Trentino e ovviamente Molise.
Solo con il tour del mio album precedente  ho superato le 100 date.
Mi trovate su tutti i social cercando “Chiazzetta” e con il mio album su spotify e su tutti gli altri digital store.

Perché?
All’inizio inizio perché ero un ragazzino iperattivo  e mi “placavo” soltanto quando cantavo o comunque facevo lo show, intendo proprio di mettersi al centro dell’attenzione e fare lo scemo.
In un secondo momento per provare a ricopiare invano la musica che mi piaceva: mi sono fatto insegnare 3 accordi alla chitarra da mio zio e ho scoperto che ci potevo suonare la maggior parte della musica mondiale ma ancora non era Chiazzetta.
Sono diventato Punkautore quando ho iniziato a trovare nella scrittura una maniera di esprimermi, di sfogarmi e di dire la mia sulle vita. A quel punto ho unito quei tre accordi, l’esigenza di comunicare e il mio bisogno di fare lo show ed è nato Chiazzetta, ancora adesso faccio la stessa cosa per le stesse ragioni.

Ecco il video di “Il vero sballo è dire NO” di Chiazzetta: