Durante il comizio di Salvini a Tortolì (in Sardegna) due avvocate tortoliesi, Marcella Lepori (ex sindaco della cittadina dal 2005 al 2010) e Katia Cerulli, sono state fermate da alcuni agenti di polizia in borghese e identificate. Sono stati fotografati anche i loro documenti. Marcella Lepori è intervenuta sul tema ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Sembra che si vogliano identificare e schedare sistematicamente gli oppositori. Arriveremo a rimpiangere Berlusconi perché queste cose lui non le ha mai fatte. Non sono del PD, non condivido nulla di quello che ha fatto negli ultimi 10 anni”

Identificate per aver cantato ‘Bella ciao’

“Abbiamo intonato ‘Bella ciao’ prima ancora che Salvini iniziasse a parlare –ha spiegato Lepori-. Poi l’abbiamo cantata di nuovo quando ha finito il comizio. A quel punto siamo stati avvicinati da agenti di polizia in borghese che ci hanno chiesto di fornirgli generalità e commenti. Considero anormale che siamo stati identificati soltanto noi, 6 persone, in una folla di centinaia di persone plaudenti. Glielo abbiamo chiesto agli agenti e uno di loro prima ha risposto che facevano controlli a tappeto, un altro invece ha detto che controllavano solo le minoranze. Di spiegazioni teoriche se ne possono trovare tante, ma la spiegazione pratica mi sembra un’altra, ovvero identificare e schedare sistematicamente gli oppositori. Mi sono sentita offesa come cittadina, vorrei essere libera di esprimere il mio pensiero anche quando è in minoranza. Chiederò la rimozione dei miei dati personali dai registri della polizia, perché dato che sono una persona onestissima non mi va di essere schedata. Non sono iscritta a nessun partito. Io quando ho fatto il sindaco ero un indipendente, la mia lista si riconosceva nel centrosinistra. Non sono del PD, non condivido nulla di quello che ha fatto il PD negli ultimi 10 anni. Arriveremo anche a rimpiangere Berlusconi perché queste cose non le ha mai fatte. Più che soffocare il dissenso, a lui del dissenso non fregava nulla”.