L’avvocato Marco Valerio Verni, legale della famiglia Mastropietro e zio di Pamela, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Pur di difendere l’immigrazione spostano l’attenzione sulle vittime, vorrei che tutti potessero vedere le immagini drammatiche e demoniache che raffigurano il corpo di Pamela per come è stato ridotto. A livello di opinione pubblica ci si dovrebbe interrogare su cosa succede quando le famiglie chiedono aiuto alle strutture pubbliche”
Sulla decisione del gup che ha respinto la richiesta di rito abbreviato per Oseghale
“Abbiamo accolto con molto favore la coraggiosa scelta del gup di rigettare questa richiesta e rinviare a giudizio Oseghale per tutti i capi d’imputazione, compresa la violenza sessuale –ha affermato Verni-. In termini di pena, non era da escludere una condanna all’ergastolo anche col rito abbreviato, ma pensare che per l’ennesima volta un imputato, accusato di reati così diabolici, potesse godere di un’eventuale sconto di pena sarebbe stato aberrante. Credo che il giudice abbia operato in totale autonomia da qualsiasi influenza, se ci può essere stato qualche condizionamento c’è stato forse nella fase precedente, ma l’ho notato soprattutto a livello mediatico, visto che su Pamela è stato detto di tutto e di più in senso negativo per spostare l’attenzione su di lei e sulle eventuali mancanze della sua famiglia. Vorrei che tutti potessero vedere le immagini drammatiche e demoniache che raffigurano il corpo di Pamela per come è stato ridotto, credo che a quel punto tutti avrebbero un’idea più chiara su cosa sia successo”.
La madre di Pamela ha dichiarato: pur di difendere l’immigrazione spostano l’attenzione sulle vittime
“Sono d’accordo –ha dichiarato Verni-. C’è questo vizio di spostare l’attenzione sulle famiglie e sulle eventuali manchevolezze. Penso che le famiglie, ove avessero mancato in qualcosa, abbiano già pagato con la perdita del loro caro. Quello che accade in una famiglia deve rimanere all’interno delle mura domestiche. A livello di opinione pubblica ci si dovrebbe interrogare su cosa succede quando le famiglie chiedono aiuto alle strutture pubbliche. Bisognerebbe capire come funzionano queste strutture, queste comunità terapeutiche?