Enzo D’Orsi giornalista e scrittore: “Sulla Nazionale troppa ingiustificata euforia”
Lo scrittore Enzo D’Orsi è intervenuto a cavallo degli ultimi due impegni azzurri, nella rubrica Sport Academy di Radio Cusano Campus.
La Nazionale ha lasciato intendere che i passi in avanti, intrapresi con Mancini, stiano andando nella direzione giusta. Manca solo il bomber, per finalizzare, la mole di gioco espressa dagli azzurri.
Enzo D’Orsi, soddisfatto, della prestazione, contro il Portogallo?
“Bel primo tempo e tante belle cose. Il finale mi ha lasciato, però, perplesso. Sono calate le energie, e il nostro gioco, basato sul possesso-palla, si è sfilacciato. Abbiamo così rischiato anche la sconfitta, in un paio di occasioni. Rispetto a qualche mese fa, è chiaro, ci sono stati miglioramenti. C’è troppa euforia in giro, poco controllata. Questa squadra sta nascendo, alcuni equilibri vanno verificati e vedo un centrocampo troppo leggero”.
Effettivamente su certi accostamenti siamo già ampiamente oltre palesi eccessi, secondo il pensiero del popolare giornalista e scrittore. Che dice: “Anche i paragoni sono eccessivi. “Barella sembra Tardelli” ed io che ho visto giocare Marco per 15 anni, so che Tardelli, si diceva, potesse giocare con qualunque altra nazionale. Dall’Olanda alla Germania, dall’Argentina al Brasile. Oltre alla corsa e all’agonismo, Marco non faceva toccare palla a Maradona, Keegan ed altri, senza commettere decine di falli. Lasciamoli crescere, lasciamo lavorare Mancini, ma ricordiamoci che veniamo, da tre mondiali falliti”.
A livello di personalità, però, la vittoria in Polonia ci ha sbloccato. Per 70 minuti abbiamo messo in campo una personalità, che non vedevamo da tempo.
“Sì ma va detto che la Polonia è una squadra molto modesta. Salviamo Lewandowski, che ha sempre giocato in Germania, e Oblak”. Non fa una grinza.
Poi D’Orsi prosegue: “Parlando di Nations League, torneo nuovo e di cui io non sentivo la mancanza. va detto che gli esiti si sono ribaltati. Fuori la Croazia, la Spagna e dentro l’Inghilterra e l’Olanda. Abbiamo bisogno di tempo e l’obiettivo è il mondiale del 2022, piuttosto che l’Europeo del 2020”.
Credi che il limite palesato sia solo l’assenza del bomber o c’è altro?
“Credo che il bomber ci sia, ed è Belotti, appena tornerà in condizione fisica. Falso nueve ok ma un conto è essere Messi, un conto, con tutto il rispetto, Bernardeschi, Chiesa o Insigne. L’Inghilterra ad esempio ha Kane che aiuta anche gli altri, oltre ad essere un goleador”.
Parliamo di Ventura, a proposito di nazionale, con la panchina abbandonata, al Chievo, dopo poco tempo dall’inizio?
“L’uomo sbagliato, in Nazionale, al momento sbagliato. Tavecchio, giustamente osteggiato da diverse parti, e la fioritura di talenti non ancora sbocciata. Ventura ci ha messo del suo non raccogliendo il consenso del destino. A Madrid, non puoi pretendere di giocartela contro la Spagna, a viso aperto”.
Sull’ultimo tentativo effettuato dall’improduttivo anzi disastroso ex commissario tecnico degli azzurri, D’Orsi afferma: “Voleva tornare in pista perché è un uomo di campo ma al Chievo c’era bisogno di punti immediati, non di bel gioco. Anche per creare atmosfera positiva. Ha avuto fretta ed è tornato indietro, cosa che non fa bene all’immagine”.
D’Orsi conclude con una nota positiva: “Come allenatore va detto che ha sempre proposto un bel gioco, e tanti gol, anche subìti. Non doveva sporcare così, il suo ritorno”.
Testo raccolto da Giulio Dionisi