Angelo Ciocca, Europarlamentare della Lega, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Dopo il mio gesto della scarpa abbiamo visto un Moscovici diverso, ha capito di non essere intoccabile. Ho visto che Juncker ha avuto qualche difficoltà con le scarpe in questi giorni. Alla Merkel avrei voluto regalare un torrone Pernigotti”
Dopo il suo gesto della scarpa Moscovici non ha più attaccato l’Italia
“Dopo il mio gesto della scarpa abbiamo visto un Moscovici diverso –ha affermato Ciocca-, ha capito di non essere intoccabile, ha capito che il suo partito in Francia è sotto il 4%, e mi auguro che capisca che bisogna stare coi cittadini e non con gli interessi delle multinazionali. Juncker ha avuto qualche difficoltà con le scarpe in questi giorni, è stato fotografato con scarpe di colori differenti. Potrebbe essere colpa di un gioco di luci, ma quando si tratta di Juncker non si sa mai”.
Sull’Europa
“L’Italia versa molto di più rispetto a quello che ottiene dall’Europa, diamo 13 miliardi come contributore netto e ne riceviamo indietro 10 –ha dichiarato Ciocca-. L’Europa deve scrivere delle regole che non premino solo le aziende, le università tedesche e francesi, ma anche quelle italiane. Bisogna scrivere delle regole che abbiano la giusta attenzione per la tipologie di aziende italiane. Da quando si è capito che il popolo sta a supporto del pensiero della Lega, al Parlamento UE mi salutano persone che per anni non mi hanno mai salutato. I cittadini ci hanno dato un’autorevolezza importante. M5S sovranisti? All’interno del governo sì, in Europa ogni tanto scivolano fuori dagli schemi”.
Sul discorso della Merkel all’Europarlamento
“Settimana scorsa mi sono dovuto contenere, perché c’era la Merkel al Parlamento UE e quando ha sottolineato l’importanza di questa Europa che ha fatto terminare le guerre, avrei voluto regalargli un torrone Pernigotti per dire che le guerre esistono ancora, ma sono guerre economiche e di speculazione che ci fanno perdere aziende e posti di lavoro come la Pernigotti”.