Campagna sta alla Pallanuoto come Dino al Basket e

la Generazione di Fenomeni alla Pallavolo

Parla il C.T. azzurro, Bi-Campione del Mondo e Oro Olimpico

E’ intervenuto a “Sport Academy”

 

 

Alessandro Campagna, 20 anni in vasca nella massima divisione e a livello internazionale, vincitore con l’Italia dell’oro olimpico a Barcellona nel 1992 a cavallo di un mondiale accarezzato e perso nel 1986 a Madrid contro la Jugoslavia, e uno vinto contro la Spagna più forte di tutti i tempi, al Foro Italico, nel 1994. E’ uno di quei rari casi capaci, come Cesare Rubini, il Principe assoluto, nella STORIA, dello SPORT ITALIANO, di vincere sia in campo, pardon, in acqua, sia dal bordo piscina, guidando tatticamente una compagine.

Campagna è intervenuto nella puntata di giovedì di “Sport Academy”.

 

Nel basket c’è Dino Meneghin e nella pallanuoto Alessandro Campagna. Il paragone è calzante. Può andare, come accostamento?
“Un onore per me, non so per Dino”, esordisce a metà, tra deferenza ed emozione, l’ex attaccante parlermitano dell’Ortigia e dell’allora Racing Roma.

Conoscendolo, direi di si. Anche perché, quando si parla di affidare la nazionale a qualcuno, si pensa o a Ratko Rudic o a Sandro Campagna. La Rai ha trattato bene questa disciplina, negli anni. Come siamo messi ultimamente: la Pallanuoto riesce ad entrare, nelle case della gente?

“Non come nel recente passato. Ha chiuso un canale satellitare, un Rai Sport e quindi per noi c’è meno spazio. Trasmette solo la finale scudetto e la Nazionale. Come federazione siamo costretti a fare investimenti sullo streaming”.
Funziona meglio di DAZN, spero. Perché nella Pallanuoto si farebbe un danno, ancora maggiore di quanto avviene nel calcio, a cui un paese intero, privo di orgoglio e pieno di pavidi, perdona tutto!

“Sì sì. Noi abbiamo un altro problema, quello dell’illuminazione: in alcune piscine, che sono vecchie di 50 anni, c’è il problema del riflesso dell’acqua. Dovremmo investire come nazione, come fa l’Ungheria, sugli impianti sportivi”.
Anche in Serie A c’è una società importante, che ha problemi con l’impianto…

“Parli della Pro Recco. Infatti si capisce bene il problema, se citi questa storica squadra”.
Una sorta di Olimpia Milano nel Basket o Juventus, Milan e Inter, del Calcio.
“Accostamento giusto. Con i titoli che hanno vinto ma anche per identità con il territorio di Recco, appunto. Ha vinto 9 scudetti consecutivi, con giocatori provenienti quasi esclusivamente dal paese ligure. Ora, con la globalizzazione, è differente, la situazione. Volpi, che è il finanziatore della squadra, ha anche giocato, con la Pro Recco”.

In Europa, non a caso, ci ha rappresentato alla grande, con 8 Coppe dei Campioni!
“Esatto. Gli investimenti hanno fruttato alla grande”.

Siamo vicini al record di Varese, che nel basket, dal 1970 al ’79, ha disputato ben 10 finali di Coppa Campioni consecutive vincendone la metà.

“Non sarà facile, perché la concorrenza è tanta, ma mi auguro che possano fare questo record”.

Hai giocato nell’Ortigia Siracusa e nel Racing Roma, soltanto in queste due grandi realtà, e nel caso del club capitolino corrispose il periodo in cui diventasti Campione del Mondo, nel ‘94, contro la più forte Spagna della storia. Che solo a nominare gli avversari che componevano quella formazione iberica, Manuel Estiarte in testa, venivano i brividi, si tremava.

“Decisamente sì. L’Ortigia è 33 anni, che è in Serie A, ed è salita con me, nel 1981. Ha anche 90 anni di storia. La Racing Roma non c’è più, e l’attenzione l’ha ottenuta un’altra società romana, agli stessi livelli. In Sicilia vincemmo due coppe, raggiungemmo una finale scudetto, che poi vinse 2-3 anni dopo”.
Hai smesso anche tu, ad età avanzata, a giocare.

“Non proprio, a 33 anni, perché avevo già l’intenzione di voler allenare”.
Anche tu hai avuto grandi allenatori, d’altronde.

“Assolutamente. Da Romolo Parodi, a Siracusa, che era un ligure, un camoglino. Poi Fritz Dennerlein, e Rudic”.

Ratko è ancora un giovane, con entusiasmo.

“Sì, e proverà a vincere la Coppa dei Campioni, con la Pro Recco”, afferma Campagna, una vita, in azzurro, in acqua come in panca.

Come mezzi d’informazione, cosa possiamo fare, io ed altri colleghi, per pubblicizzare la Pallanuoto e far portare i bambini in piscina?

“Intanto ho apprezzato questa telefonata. Dovete dare risultati, informazioni, aggiornamenti sulla Nazionale. Fare in piccolo, quello che si fa col Calcio”.

Esiste un museo della pallanuoto, in Italia? Magari lo potremmo fare qui, a Boccea, alla UniCusano…

“No, ma lo vorremmo fare. Hai avuto un’ottima idea. Bisogna tenere a disposizione degli appassionati quanto accaduto, in quel periodo”.

La sfida è importante, e un tempio della cultura ha il dovere, di mettersi a disposizione di chi lo Sport lo ha sempre rappresentato con tenacia, con grinta, con determinazione e lealtà, e con grande orgoglio. Un gran gol, quello segnato in vasca, con un Campione, Campagna, che per una volta è stato un rifinitore, capace di servire il migliore, tra gli assist, per gli appassionati di una meravigliosa disciplina.