Graziella Viviano, mamma di Elena Aubry morta nel maggio scorso sulle strade di Roma, ha lanciato un appello al Comune di Roma ai microfoni di Radio Cusano Campus durante il programma “L’Italia s’è desta” condotto da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti. Domenica ci sarà la giornata mondiale dedicata alle vittime della strada, con eventi e celebrazioni che si terranno a Piazza del Popolo. Nella stessa giornata l’amministrazione capitolina ha indetto una giornata ecologica, con il blocco del traffico.
Disagi.
“La giornata mondiale per le vittime della strada si terrà a Piazza del Popolo, nel salotto buono di Roma – ha spiegato Graziella Viviano – il Comune ha deciso il blocco del traffico praticamente in tutta Roma. Chi riesce a camminare con le proprie gambe non ha problemi. Ci sono però tantissime persone che vorrebbero venire, dai genitori dei ragazzi morti sulla strada, ai loro nonni e tutti questi incontreranno enormi difficoltà. C’è l’Unione Italiana Ciechi che ha dato l’ok per la partecipazione. Li mandiamo in bicicletta o in metro oppure li obblighiamo a pagarsi il taxi?”
Mancanza di rispetto.
Per la morte di Elena Aubry c’è in corso una causa penale e civile. Nel corso degli ultimi mesi Graziella Viviano, con le sue iniziative, è diventata una sorta di “spina nel fianco” dell’amministrazione, specialmente per l’iniziativa riguardante l’utilizzo di vernice spray per segnalare le buche ed i pericoli sulle strade della Capitale. Secondo lei è un dispetto da parte del Comune? “Voglio sempre sperare che sia una sorta di disattenzione di qualche ufficio. Certo che se da qui a domenica non risolvono la situazione allora lascerò ad altri giudicare. Non fanno un dispetto a me o a mia figlia. Il dispetto lo fanno a tutti i cittadini romani. Anzi, parlerei di mancanza di rispetto nei confronti delle vittime della strada e del cittadino. Questa è una cosa orrenda”.
Doveri del Sindaco
“Io non faccio battaglie politiche. Io mi riferisco ad una istituzione, ovvero il Sindaco che ha il dovere etico di rispettare i propri cittadini e a maggior ragione, rispettare ed onorare le vittime di questa città. Mia figlia è morta il 6 maggio sulla Via Ostiene, un’arteria senza manutenzione di competenza comunale. Mi è bastato un attimo per capire le cause della morte di mia figlia. Testimoni oculari hanno raccontato che andava piano. Sapeva andare in motocicletta ed aveva tutte le protezioni. Su quella strada ci sono dossi, radici, mucchi di aghi di pino sui lati della strada alti anche 50 centimetri. La mia battaglia non mi riporterà indietro mia figlia. Io voglio fare in modo che nessun altro muoia. Molte persone mi hanno ringraziato per l’iniziativa delle bombolette. Ho chiesto al Comune di fare altrettanto ma non si è mai mosso
Dignità
“E’ una questione di dignità. Se fossimo francesi, inglesi o di qualsiasi altra nazione una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere”.