Gentilezza, questa sconosciuta. Quante persone educate conoscete? Cos’hanno ottenuto dal garbo che li contraddistingue? Che si tratti di amici, colleghi o conoscenti, circondarsi di persone affabili addolcisce l’esistenza. 

Una volta la gentilezza apparteneva ai nobili, alle persone colte, oggi non più. Una persona premurosa viene considerata debole, essere dolci può significare essere melensi, a favore degli aggressivi, o degli arroganti, che cercano di ottenere quello che vogliono con la forza e la cattiveria. 

Ricorre oggi la giornata mondiale della gentilezza, una data che non fa tanto rumore, a parte qualche sporadica città dove la ricorrenza viene onorata, grazie al Movimento Italiana per la Gentilezza. Ne abbiamo parlato a Tutto in famiglia, su Radio Cusano Campus, con la professoressa Annamaria Ferrari Boccacci, che ha esordito dicendo: “Una giornata non fa il cittadino gentile, come Movimento siamo nati nel 2000 e cerchiamo di promuovere comportamenti, modi di vivere la vita privata, armonici, rasserenanti.”

Gentilezza, il significato

Gentilezza: cosa significa? “Non è cortesia, formalità, ma un comportamento altruistico verso la vita e il prossimo – ha fatto notare la vicepresidente del Movimento Italiano per la Gentilezza –  dobbiamo avere un atteggiamento positivo, costruttivo, verso la vita e verso gli altri, anche per isolare i casi di aggressività e maleducazione.”

Dove opera il Movimento Italiano per la Gentilezza?

“Lavoriamo molto nel nostro circondario, a Parma, tra poco inaugureremo un parco che un sindaco del circondario ha voluto dedicare alla gentilezza. Cerchiamo di stimolare il nostro progetto di toponomastica gentile, lo abbiamo proposto all’ANCI – si è congedata Annamaria Ferrari Boccacci – dove riusciamo ad essere più presenti riusciamo ad ottenere un consenso maggiore. La gentilezza vuole essere un ritrovarsi insieme, un’empatia, un sentimento d’amore verso i nostri figli, la nostra comunità. Se avremo un atteggiamento positivo e garbato verso la nostra comunità contageremo automaticamente gli altri.”

Ascolta qui l’intervista integrale