L’erosione e la compattazione del suolo sono alcune tra le tematiche degli ultimi anni che gli agricoltori devono fronteggiare. A queste vanno aggiunte anche il basso contenuto in sostanza organica e la contaminazione di terra e acqua. A tal proposito diversificare i sistemi di coltivazione promuovendone la biodiversità riduce l’erosione del suolo e limita le emissioni di gas serra.
Il progetto DIVERFARMING cerca di diversificare i sistemi di coltivazione per adattarsi ai cambiamenti climatici
L’obiettivo del progetto europeo DIVERFARMING, che coinvolge otto Paesi e di cui il CREA è il referente per l’Italia, è quello di costruire sistemi colturali diversificati a bassi input chimici, in grado di garantire la resa delle colture, aumentare il reddito netto degli agricoltori, ridurre gli impatti ambientali e migliorare l’organizzazione della catena di valore. Un team di ricercatori del CREA valuterà per un triennio l’applicazione di sistemi di diversificazione colturale in diverse aree del paese caratterizzate da climi differenti.
Infatti la sperimentazione verrà effettuata in tre aree nel Nord Italia. Nella Pianura Padana e nel Sud Italia. Nelle zone prescelte sono state considerate opzioni di gestione diversificate per favorire la conservazione del carbonio del suolo e ridurre l’emissione di gas serra.
“In DIVERFARMING che vede come referente scientifico per il CREA la Dott. ssa Roberta Farina, i nostri ricercatori hanno il compito di valutare gli effetti della diversificazione colturale e delle differenti strategie conservative utilizzate, sui principali parametri fisico-chimici e biologici del terreno, sulle emissioni gassose in campo. Dev’essere valutata anche la biodiversità microbica e funzionale del suolo.” Ha affermato Alessandra Trinchera, ricercatrice CREA e Coordinatrice del progetto per l’area del Nord-Mediterraneo.
Il Centro Agricoltura e Ambiente, inoltre, svilupperà un modello previsionale in grado di individuare la migliore gestione agronomica entro le rotazioni. Il tutto verrà valutato nei termini di conservazione della sostanza organica del suolo e di incremento della biodiversità e resilienza dell’agroecosistema a lungo termine.
Fonte DIRE