Pietro Orlandi, fratello di Emanuela Orlandi, è intervenuto ai microfoni di ‘La Storia Oscura’ condotto da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus a seguito del ritrovamento delle ossa nella Nunziatura Apostolica di Roma.
Secondo Orlandi il Vaticano per troppi anni è stato elusivo sulla scomparsa di Emanuela
“E’ stata una fonte interna alla Santa Sede a comunicare all’Ansa la notizia del ritrovamento di quelle ossa, associando subito la scoperta a mia sorella. E questa cosa mi ha colpito molto soprattutto conoscendo il tipo di comportamento che in questi 35 anni ha avuto il Vaticano sulla vicenda, cioè un comportamento di massima riservatezza e di silenzio. Per questo motivo, per questo abbinamento e clamore mediatico indotto ho pensato subito che potesse trattarsi veramente delle ossa di mia sorella o di Mirella Gregori. Un altro aspetto abbastanza strano è che il Segretario di Stato Vaticano monsignor Pietro Parolin l’altro giorno abbia escluso che quelle ossa possano essere di Emanuela. Come fa a dirlo se le analisi sono ancora in corso? Evidentemente, se ne ha parlato, c’è un certo interesse da parte della Chiesa.
“Non ho mai più ricevuto dal Papa una risposta nonostante le mie tante richieste avanzate al suo segretario”
E’ invece difficile da digerire la frase di monsignor Parolin quando dice che in questi anni il Vaticano ha fatto il possibile per arrivare alla verità e che da parte della Santa Sede c’è sempre stata trasparenza. Mi auguro che queste parole del Segretario di Stato oggi siano veramente un segnale di cambiamento rispetto al passato, che siano una presa di coscienza da parte della Chiesa per arrivare alla verità. Una cosa è certa, Papa Francesco sa cosa è successo a Emanuela, così come lo sa il Papa Emerito Benedetto XVI, così come lo sapeva Giovanni Paolo II. Il fatto stesso che Bergoglio, a inchiesta ancora aperta, mi abbia detto ‘Emanuela sta in cielo’ vuol dire che sa che fine ha fatto Emanuela.
Non a caso dopo che mi disse quella frase, il muro di omertà si è alzato ulteriormente: non ho mai più ricevuto dal Papa una risposta, una spiegazione, un incontro, un segnale, una parola, nonostante le mie tante richieste avanzate al suo segretario. Evidentemente dopo 35 anni c’è ancora qualcosa che pesa tanto sull’immagine della Chiesa”.