Magnini e Santucci al tappeto, in primo grado: 4 anni! Parla Christian Zicche
Il popolare direttore di www.swimbiz.it dice la sua sugli esagerati tempi di una giustizia sportiva gestita a mo’ di lumaca: “Fuori le motivazioni, ma in tempi brevi!”
La sentenza è stata emessa ed è durissima, seppur capace di accontentare la metà, delle richieste fatte dall’accusa: 4 anni di squalifica, ciascuno, a Filippo Magnini e al compagno di squadra nazionale Santucci.
E’ intervenuto Christian Zicche, direttore del sito specializzato nel commentare le discipline acquatiche www.swimbiz.it.
Parliamo del Caso-Magnini, Christian Zicche, stavolta niente “Buona Acqua”.
“Prima che da cronista, da sportivo, è un bel pugno allo stomaco. Non commento e aspetto il dispositivo della sentenza. Vorrei conoscere le motivazioni che hanno spinto i giudici, a dare 4 anni a Magnini ma anche 4 a Santucci. Non mi convincono i tempi, già te lo dissi, perché la cosa si è allungata troppo”.
Possiamo dire che siamo stati solo noi come emittente e tu come sito internet, a trattare dalle radici, questa storia?
“Radio canta! Abbiamo sempre detto che lo scandalo fosse collocato in un tempo esagerato, troppo ! Ora vorrei sapere in maniera veloce, invece, perché sono stati dati questi 4 anni. Poi, parlerò, dei dubbi sulla sentenza. Non lo pensiamo solo noi, comunque, ma anche altri colleghi giornalisti, sicuramente”.
Il rischio è che Magnini e Santucci facciano la fine di Giordano Bruno, finito al rogo in pubblica piazza…
“Questo non va bene. La sentenza è pesante, anzi pesantissima, ma in un paese civile ci sono tre gradi di giudizio”.
Io credo che Filippo sia troppo leggero ed ingenuo con i mezzi d’informazione. Perché non fa parlare gli altri? Rischia di esagerare, come era già avvenuto, parlando in prima persona.
“I difensori sono ben due. Lui è stato Campione del Mondo due volte, nel 2005 e nel 2007, nei 100 metri. Inoltre ha fatto della battaglia antidoping una bandiera. Doveva essere più attento con le parole, altrimenti rischia di diventare una boxe continua. Io avrei aspettato, come dobbiamo fare ora noi, le motivazioni della sentenza. Quello che si sono detti Magnini e Santucci, lo sanno solo loro, ma non devono subire un processo mediatico. Sennò si rovina anche l’ottimo momento del nuoto italiano”.
Vanno in onda dal Tg di Sky le parole di Magnini, dure come pietre, come la sentenza appena maturata.
“Filippo però dovrà dirci, prima o poi, chi ce l’ha eventualmente con lui e perché. Lui parla di processo alle intenzioni. Dovrebbe fare una conferenza stampa e dirci qualcosa”.
Anche perché nel caso in cui ci fosse stato un abuso di potere, per andare contro di lui, andrebbe segnalato, a tutti i livelli.
“Questo mi fa tremare i polsi. Non si può però tirare un sasso nello stagno e nascondere la mano. Aspettiamo le motivazioni e poi parleremo. Lui, come nuotatore, era bruciante nel “ritorno”, in vasca. Speriamo lo sia anche andando avanti in questo processo. Veloci, veloci, veloci però, con le motivazioni”.
Mi chiedo, fosse vera questa storia delle intercettazioni, quale sia il vero reato, se si tratta solo di parole? Di solito si intercetta telefonicamente chi ha già pianificato qualcosa o ha già reati passati.
Il direttore di www.swimbiz.it, Christian Zicche, è lapidario: “Lo intercetti e lo pedini, anche: mah!”.