Lorenzo Tosa, ex addetto stampa del M5S in Regione Liguria, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Il M5S doveva essere l’argine ai fascismi come diceva Grillo, invece è stato leva del fascio-populismo e ha sdoganato il Salvinismo. Non perdono al M5S di aver sdoganato il rifiuto della cultura, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. Casalino? Per lui gli addetti stampa regionali erano dei soldatini che agivano in batteria per far funzionare il treno nazionale verso il governo. Tutto si concentra sul nazionale e lo si fa con campagne social violente che mirano a minare i fondamenti culturali della nostra società”

Tosa ha scritto un post spiegando i motivi della sua scelta di lasciare il suo ruolo nel M5S

 “Quel post è stato un atto liberatorio –ha affermato Tosa-. perché per troppo tempo sono rimasto ai margini visto che il mio ruolo mi imponeva questo. A un certo punto però non sono più riuscito a stare dietro le quinte mentre intorno a me si stavano creando i presupposti per lo scenario che adesso è esploso in tutta la sua evidenza. Il M5S doveva essere l’argine ai fascismi, come diceva Grillo, invece è stato leva del fascio-populismo, ha sdoganato tutta una serie di atteggiamenti culturali che poi hanno portato al Salvinismo, e in ambito internazionale a Trump, Bolsonaro, Le Pen. Non perdono al M5S di aver sdoganato il rifiuto della cultura, come se fosse qualcosa di cui vergognarsi. Quello che vediamo sul blog di Grillo è solo la facciata. Ci sono due livelli nel M5S, c’è il livello rassicurante moderato di Di Maio che va in tv a cercare un certo tipo di elettorato e poi c’è un’altra parte in cui si sdogana una comunicazione anche molto violenta sui social, con campagne che mirano a minare i fondamenti culturali della nostra società. Il M5S degli esordi che una sua genuinità di fondo ce l’aveva non è il Movimento dal 2013 in poi. Di quel Movimento è rimasto solo il nome. E’ cambiato non solo lo spirito, ma anche le persone che ne fanno parte. Se questo è il cambiamento francamente ho un po’ paura, se non vediamo più il confine tra un diritto civile e la negazione. Se in qualche modo Salvini, di cui non condivido neanche le virgole, ha una sua coerenza di fondo, il silenzio dei 5 Stelle nell’episodio della Diciotti e in generale sull’immigrazione è complice ma è anche peggiore di Salvini stesso. Non credevo che il M5S fosse di sinistra, ma credevo che qualche anticorpo democratico in più ce l’avesse e invece mi sbagliavo”.

Su Beppe Grillo

 “Beppe Grillo in questo momento come figura si è fatto un po’ da parte per quello che ho avuto modo di vedere –ha affermato Tosa-. In questo momento c’è il Movimento che fa capo ai Grillo e ai Di Battista che è rimasto abbastanza in disparte e non l’hanno fatto né gratuitamente né con particolare voglia. Il Paese virava a destra e conseguentemente il Movimento doveva mirare a destra perché quando non hai un orientamento, vai dove tira il vento. Il Movimento è un spa basata sui sondaggi. E per questo Grillo si è fatto da parte per lasciare il Movimento in mano a Di Maio”.

Su Rocco Casalino

“Certamente l’ho conosciuto –ha dichiarato Tosa-. La linea comunicativa è sempre stata quella di fare campagne social a livello nazionale. Gli addetti stampa regionali erano dei soldatini che agivano in batteria per lavorare a far funzionare il treno nazionale verso il governo. Tutto si concentra sul nazionale e lo si fa con un tono molto violento. Se fai l’alleanza con Salvini alla fine vuol dire che qualche terreno fertile in comune c’è. Io ho cercato di fare il mio lavoro sui temi regionali, ma a un certo punto era diventato impossibile. Mi chiedevano di agire in batteria senza il minimo spirito critico, se un addetto stampa si pone una domanda diventa già un addetto stampa scomodo”.

Attacchi social ai dissidenti

 “Non so se gli attacchi siano veicolati, non ho prove, ma la cosa non mi stupirebbe –ha affermato Tosa-. Farebbe parte di quel metodo comunicativo basato su atteggiamenti social secondo me non accettabili. L’aspetto comunicativo non è altro che il rovescio della medaglia di quello che poi viene portato avanti a livello di temi e di programmi. Mi accusano di dire queste cose solo perché dimissionario e quindi non attendibile? Secondo loro hai diritto di parlare solo se fai parte del Movimento”.