NON LASCIATECI SOLI!

Questo è lo slogan dell’incontro che ci sarà l’8 novembre a Piazza Montecitorio a cui prenderanno parte le persone del Comitato 18135 ovvero di tutti coloro che sono stati”ingannati” dopo la compravendita di un immobile in edilizia convenzionata. A intervenire è ancora una volta Mara, già ospite tempo fa ai nostri microfoni, questa volta per darci aggiornamenti purtroppo non molto positivi.

“Prima di iniziare facciamo una breve premessa e ricordiamo il perché della nostra indignazione a seguito di una normale compravendita di un immobile in diritto di superficie. Per anni è stato tutto nella norma fino a settembre 2015 quando arriva l’incredibile Sentenza della Cassazione SS.UU. 18135 che, contrariamente alla prassi consolidatasi a Roma nei 30 anni precedenti, afferma la sussistenza del vincolo del prezzo massimo di cessione anche per le vendite successive alla prima. L’acquirente può quindi richiedere, retroattivamente, al proprio venditore la restituzione della differenza tra il prezzo liberamente pattuito nella compravendita di anni prima ed il prezzo massimo di cessione previsto nella convenzione originaria. Poco importa se il caso in oggetto in tale Sentenza, trattandosi tra l’altro di un preliminare e non di una vendita, presenta numerose differenze, anche sostanziali, rispetto alle compravendite stipulate davanti a notai nel corso degli anni. A seguito di ciò, nel 2016 cominciano ad arrivare ai venditori le lettere di diffida per la ripetizione dell’indebito riguardo le compravendite avvenute molti anni prima. Si tratta di centinaia di migliaia di euro. Poco dopo il Comune di Roma emana una serie di delibere che, in attuazione alla legge 106/2011 permettono agli attuali proprietari di rimuovere il prezzo massimo di cessione con la procedura di “affrancazione”. Ad inizio 2018 arriva una sentenza di primo grado in cui il venditore è stato condannato alla restituzione di circa 300.000 euro, una cifra enorme per qualsiasi famiglia! Come dicevamo prima ci sono aggiornamenti negativi: l’8 novembre ci troveremo a Piazza Montecitorio ma ci tengo a precisare che non vogliamo manifestare contro qualcosa o qualcuno ma al contempo abbiamo la necessità di far sentire la nostra voce. Il disastro sociale creato dalla ormai già nota sentenza necessita in tempi brevi di un intervento normativo che possa tutelare tutti i soggetti interessati. Con la sentenza 18135 nasce un dramma sociale per migliaia di famiglie, e la definizione del problema non può essere lasciata nè alle aule dei tribunali nè ad inique mediazioni tra privati. Il problema va risolto politicamente perché è l’intero sistema ad aver fallito creando un corto circuito tra prassi diritto e realtà. Continuano ad essere emesse sentenze di condanna, per colpe che ribadiamo non sono attribuibili a chi ha venduto o acquistato appartamenti in buona fede, sulla base di regole che, comune, notai e prassi giurisprudenziali, ritenevano legittime. L’ultima quella di Luciano condannato al pagamento di più di 100.000 euro che, con 5 figli ha il rischio di perdere tutto. Come cittadini di uno stato sociale ci sentiamo in dovere di amplificare la voce di Luciano e di tutti coloro che in un attimo possono senza colpe ritrovarsi sul lastrico. Come comitato scendiamo in piazza per gridare con forza tutta la nostra disperazione, chiedendo alle istituzioni di non essere lasciati da soli: sento che si sta smuovendo qualcosa e ringrazio anche Radio Cusano Campus col cuore per dare voce a tutti quelli che hanno avuto la mia stessa sorte.”