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Violenza invisibile (Fiori Nastro): “Regolare la distanza da queste persone”

Violenza invisibile: il prossimo 9 novembre verranno discussi i risultati di un sondaggio sul tema, presso il Teatro Palladium, di Roma. All’incontro, intitolato “Non si muore per amore”, saranno presenti medici, giornalisti ed esponenti del mondo della cultura: ne abbiamo parlato a Tutto in famiglia, su Radio Cusano Campus, con Paolo Fiori Nastro, psichiatra. 

Omicidi diminuiti, femminicidi invariati

“Le statistiche dicono che i dati sugli omicidi sono diminuiti, quasi del 60%, dagli anni ’90; mentre il numero dei femminicidi è rimasto invariato – ha esordito lo psichiatra – il problema è che il femminicidio è un fallimento per la psichiatria, per la cultura e per la società. Quello che noi possiamo fare è provare a riflettere, fare una ricerca sulla traiettoria che porta al femminicidio, mettendo al centro del nostro studio i rapporti tra le persone, dove la distinzione tra violenza visibile e invisibile è enorme.”

Violenza visibile vs violenza invisibile

La violenza visibile è facilmente riconoscibile, “è sotto gli occhi di tutti; la seconda è specifica delle relazioni interumane – ha sottolineato il prof. Paolo Fiori Nastro – e nei rapporti di coppia si cimenta al massimo grado.”

Violenza invisibile: come proteggersi da un rapporto malato? “Le persone non sempre riescono a capire in che tipo di relazioni si ritrovano, per questo sarebbe bene avere la capacità di percepire il disturbo che ne deriva dalle relazioni – si è congedato lo psichiatra Nastro – e successivamente bisognerebbe prendere contromisure adeguate alla sofferenza che queste stesse producono. I rapporti malati vanno modificati, bisogna avere la forza di farlo se si può. La cosa più importante, in situazioni di questo tipo sarebbe quella di regolare la propria distanza da queste persone.”

Per i dettagli sul sondaggio e i dati emersi rimandiamo all’incontro “Non si muore per amore”: un appuntamento cittadino, gratuito che assegna crediti formativi da parte dell’Ordine dei giornalisti del Lazio.

Ascolta qui l’intervista integrale

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