Il magistrato Giuseppe Ayala è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la Notizia” condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Non capisco certi commenti inorriditi, quella di Bonafede non mi sembra una riforma scandalosa. E’ positiva se inserita in un contesto di altre riforme per velocizzare i tempi della giustizia. Critiche Giulia Bongiorno? Sono d’accordo con lei che ci saranno meno ricorsi in appello e in cassazione, ma questo per me è positivo”

Riguardo la riforma della prescrizione e le relative polemiche

“Affidare soltanto a questa riforma della prescrizione una velocizzazione dei tempi della giustizia credo non sia neanche nella mente del ministro Bonafede, però francamente non mi sembra una riforma così scandalosa e non capisco certi i commenti inorriditi –ha affermato Ayala-. Faccio una considerazione, anche per esperienza personale professionale: moltissime impugnazioni, in appello e in cassazione, sono dilatorie, cioè sono finalizzate a far passare del tempo e cercare di guadagnare la prescrizione. Ne consegue che se la prescrizione finisce di decorrere dopo la sentenza di primo grado, il carico di lavoro delle corti d’appello e di cassazione dovrebbe avere un fortissimo ridimensionamento e questo dovrebbe giovare all’andamento della giustizia. Ripeto però che non si può pensare di risolvere soltanto con questo intervento il problema madre della giustizia italiana che è la sua incredibile lentezza. Questo potrebbe essere un intervento con una sua positiva conseguenza se inserito in un contesto di riforme che non sto qui ad elencare. Onestamente questa riforma in me non suscita assolutamente scandalo, come invece ho sentito in alcuni commenti inorriditi. Non sono d’accordo con quelli che inorridiscono”.

Sulle critiche del ministro Bongiorno al dl Bonafede

 “Il ministro Bongiorno ha detto che crollerebbero i ricorsi in appello e in cassazione, il che dà ragione esattamente a quanto dicevo prima –ha affermato Ayala-. Io ho fatto il giudice d’appello e so che un’alta percentuale del carico di lavoro è determinata proprio da impugnazioni che non mirano al merito, ma solo a far maturare la prescrizione. Quindi sono d’accordo in questo senso col ministro Bongiorno, ci saranno molti meno ricorsi in appello e in cassazione. Su questo ognuno ha la sua opinione, la mia è che questo gioverebbe ai tempi della giustizia”.