Le nozze di Figaro di Mozart saranno in scena al Teatro dell’Opera di Roma, fino all’11 novembre. Stefano Montanari dirige le dieci repliche, e suona il fortepiano nei recitativi e si espresso sul lavoro svolto definendolo come uno dei più complicati svolti fino ad ora. Abbiamo voluto sapere di più della performance, a Tutto in famiglia, su Radio Cusano Campus e ne abbiamo parlato col mezzo soprano Reut Ventorero. “La storia pone l’accento su una verità che tutti facevano resistenza a riconoscere – ha spiegato Reut Ventorero – ovvero l’interesse nelle relazioni. Nello spettacolo vediamo la contessa usare Susanna per ottenere l’amore del conte, Rosina fa lo stesso, Cherubino usa Barbarina.”

Le prove

Quanto avete lavorato? “Per arrivare ai risultati ottenuti abbiamo lavorato in continuazione – ha aggiunto il mezzo soprano – alcuni giorni anche per dodici ore di seguito.”

I cast

Due cast si alternano nei ruoli principali: in quello del Conte di Almaviva Andrey Zhilikhovsky e Alessandro Luongo (2, 7 e 9 novembre), in quello della Contessa Federica Lombardi e Valentina Varriale (31 ottobre, 2, 7 e 9 novembre), Elena Sancho Pereg si alterna con Benedetta Torre (2, 7, 9 e 11 novembre) nel ruolo di Susanna, Vito Priante con Simone Del Savio (2, 7 e 9 novembre) in quello di Figaro, mentre Cherubino avrà le voci di Miriam Albano e Reut Ventorero (2, 7 e 9 novembre), Barbarina quelle di Daniela Cappiello e Rafaela Albuquerque (31 ottobre, 2, 7 e 9 novembre). Infine Patrizia Biccirè sarà Marcellina, Emanuele Cordaro Don Bartolo, Andrea Giovannini Don Basilio, Graziano Dallavalle Antonio e Murat Can Güvem Don Curzio. Quest’ultimo fa parte del progetto “Fabbrica” Young Artist Program del Teatro dell’Opera di Roma, dalla cui precedente edizione sono emersi invece i talenti di Valentina Varriale e Reut Ventorero.

Le nozze di Figaro, musicata da Mozart all’età di ventinove anni, fu messa in scena per la prima volta a Vienna, il 1 maggio del 1786 e fu per l’autore un pretesto per prendersi gioco delle classi sociali dell’epoca destinate ad essere travolte dalla Rivoluzione francese, ma è anche una lettura metaforica delle fasi dell’amore.

 

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