Calegari: “Quella del CT Menichelli? Una scelta a favore del movimento, non a favore personale…”

Il consigliere della Divisione Nazionale Calcio a 5 è intervenuto nella trasmissione “Sport Academy” e, con ammirevole chiarezza, ha detto la sua. Sulla evidente crisi delle società storiche, scappate via, dal movimento: sull’Azzurro e su tutto il resto

 

Marco Calegari, consigliere della divisione nazionale di Calcio a 5, è intervenuto a Radio Cusano Campus, l’emittente radiofonica dell’Università Niccolò Cusano, affrontando diversi argomenti, di stretta attualità, che riguardano la squadra azzurra di Roberto Menichelli, e le tante difficoltà patite dal movimento assoluto. Una realtà che sembra sconosciuta, a qualche disinvolto elemento della stessa disciplina.

“L’Italia era impegnata in Bielorussia – esordisce il bergamasco – e con pochi oriundi e molti giovani, abbiamo prima pareggiato 2-2 e poi vinto 4-2, dominando la gara. Ci sono un po’ di chiacchiericci, causati dalle nuove elezioni e dalla novità di Gravina, in questi giorni”.

L’ultima Italia, in un podio internazionale, era stata quella del 2014, guidata dall’attuale Commissario Tecnico, Menichelli. Questo merito non può essere tolto…

“Dopo la Spagna siamo quelli che hanno vinto di più in Europa. Ovvio che ultimamente siamo stati un po’ deludenti. Ci sono delle lotte intestine, tra Divisione e Nazionale, e questo è un peccato. Sembra che l’Italia sia in qualche modo un peso, a volte. La maledetta decisione di non portare il Calcio a 5 alle Olimpiadi giovanili di Buenos Airese, anche se qualificati sul campo, ha lasciato parecchia amarezza: si tratta di adolescenti che non possono coronare il loro sogno, di indossare la maglia azzurra, in una sede così importante”.

Lo spostamento decisionale a Club Italia e la non rappresentanza, del calcio a 5, in Consiglio Federale, mi sembrano altri due problemi niente male!

“Club Italia riceve i soldi dalla FIGC e quindi le decisioni sono le loro. La rappresentanza dovrebbe essere garantita ed invece quest’anno è stata disattesa, da un regolamento elettorale”.

Il consigliere nazionale Calegari è realista più del “re”, come si dice in questi casi, e magari darà fastidio. Ma la sua analisi non fa una grinza.

“Il Calcio a 5 sta prendendo botte a destra e a manca. La Serie D di calcio a 11, sta investendo 450.000 Euro di contributi, da usare in tutti i 9 gironi: nei quali le prime 3 che hanno la media età più bassa prendono un incoraggiante premio. Io lamento, invece, i pochi soldi dati a noi del Calcio a 5, dalla LND e dalla FIGC. Questo non fa bene al movimento, oltre a tutto quello detto prima”.

Si parlava di un torneo Over 40, con la generazione degli anni ’80, tra i quali c’è gente che ha fatto la Storia, del Calcio a 5. Poi l’organizzazione è stata discutibile ed il torneo ha lasciato ulteriormente l’amaro in bocca. Pensando ai fratelli Roma, a Fasciano, a Rinaldi. Un torneo di 7 squadre laziali ed una casertana, non mi sembra stiamo parlando di respiro nazionale…

“L’idea non era condivisa da tutti, perché normalmente spingiamo per i giovani. Doveva essere solo estivo, il torneo, poi si è allungato. L’edizione numero 1 non ha ottenuto grosso successo. Io mi schiero sempre con i giovani, con tutto il rispetto per queste leggende, del nostro gioco”, conclude rispettosamente l’appassionato lombardo del Futsal.

Realtà storiche quali la Luparense, la Kaos Bologna, che ha vinto anche cose importanti nell’Under 21 fino ai tempi del nostro indimenticato amico Alfonso Velez, hanno abbandonato i campionati e l’attività nazionale. brutto, come segnale.

“I numeri delle società sono aumentati, grazie ai vituperati ripescaggi. Mancano però 5 formazioni importanti della Serie A, su 12 o su 14, volendo allargare il calcolo. E un’altra cosa è che entro il 31 si sarebbe dovuto approvare il bilancio:  nulla di clamoroso, una proroga si può richiedere e viene data. Ma a me, a oggi (ultimo giorno del mese, n.d.r.) non è arrivata nessuna comunicazione e nessun documento contabile. Non conosco le risorse e rendicontare la situazione passata. Non posso, così, pensare a un progetto futuro. Sulle squadre storiche, tu hai menzionato la Luparense, la Cogianco, aggiungo il Cisternino, che hanno abbandonato, è segno di malessere, anche per noi dirigenti. Senza dimenticare il Pescara, tra le altre”.

Poi l’analisi si allarga, dall’ottica di chi gestisce i singoli club, e Calegari dice: “Rispetto al Calcio quelle di Calcio a 5 sono società poco radicate, nel territorio, e con impianti condivisi con molti sport da palazzetto, dalla Pallacanestro alla Pallavolo, dalla Boxe ad altri. La Serie A, però, è economicamente importante e se gli imprenditori non hanno equilibrio economico, devono lasciare la società”.
Menichelli ha rinunciato, prima delle elezioni ultime, al prolungamento del rapporto prima di conoscere come andava a finire, in federazione. Scelta unica, in tutta la storia dello Sport!

“Ho applaudito la scelta di Menichelli di non rinnovare il contratto, prima della nomina di Gravina”.

Il tuo pensiero, in merito alla coerenza dell’attuale Commissario Tecnico?

“Quando non c’era Gravina, il Commissario Fabbricini ha chiesto la proroga. Menichelli ha detto no. Una scelta a favore del movimento, non a favore personale…”.

Esemplare. Non c’è che dire, in un mondo di gente votata a calcoli: economici, poltrone e “carriere”. Poi alle società, che sono quelle che foraggiano campionati, stipendi (tutti) e movimento, qualcuno dovrà penserà, pure…

(Il testo dell’intervista è stato raccolto da Giulio Dionisi)