Aereo caduto in Indonesia: cos’è successo e per quali motivi? L’idea che si possa cadere mentre si è in volo causa terrore, per molti viaggiatori, che scelgono accuratamente di spostarsi con altri mezzi di trasporto. Temere senza sapere perché si verificano determinati episodi è sciocco, per questo abbiamo voluto capire meglio come sono andate le cose in Indonesia, con Antonio Bordoni, giornalista, esperto in incidenti aerei. 

Perché un aereo cade?

“Gli incidenti aerei non avvengono perché l’aereo è vecchio, ma perché in determinati Paesi, come l’Indonesia, l’aviazione cresce troppo in fretta”, ha esordito Bordoni, a Tutto in famiglia, su Radio Cusano Campus.

Quali sono i pericoli?

Per evitare, dunque, di cadere durante un volo è necessario “stare attenti ai collegamenti locali, se possibile sarebbe meglio evitarli. L’Indonesia ha un rateo di sicurezza bassissimo, basti pensare che l’Italia sta a zero incidenti su 25 miliardi di voli.”

La black list delle compagnie aeree

Quali sono i motivi che indeboliscono determinate compagnie aeree? “La mancanza di soldi per comprare pezzi di ricambio per la manutenzione”, è uno dei principali motivi che mette a rischio determinate aziende, ha sottolineato Bordoni. “Il mezzo aereo oggigiorno è sicuro, basta avere l’accortezza di evitare di prenotarsi su voli locali, non affidabili. Lian Air aveva già avuto un altro incidente, anni fa, finito male.”

I consumatori scelgono i voli e i prodotti da acquistare in base alla convenienza, questa è sinonimo di sicurezza? Ryanair è stata, fino ad ora, una delle low cost più abbordabili, ad esempio, e non ha mai avuto nessun incidente.

“Fino ad ora abbiamo parlato di incidenti mortali, ma ci sono compagnie dove si registrano altri incidenti – si è congedato il giornalista Antonio Bordoni – Ryanair, per esempio, ci fa stare tranquilli, ma i lavoratori risultano molto affaticati. Ai piloti viene commissionato di lavorare dal mattino fino a sera.”

E i motivi per cui in questi anni ci ha fatto spendere poco sono tutti qui.

Ascolta qui l’intervista integrale