Manovra; Renato Brunetta, deputato di Forza Italia, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Faccio un appello a Salvini: cambi la manovra, anche a costo di rompere coi 5 Stelle. In questa fase il rischio è il baratro, se collassano le banche l’economia precipita. Tutto questo a causa della demente politica economica del governo. Le affermazioni di quel poveretto di Di Maio su Draghi sono di una stupidità incredibile, è come la nave che chiede al faro di spostarsi”
Sullo spread
“Lo spread quando ha cominciato a formarsi questo governo era attorno a 130-140 –ha affermato Brunetta-. Senza che nulla sia cambiato nell’economia italiana, lo spread dal profilarsi del governo sovranista ha cominciato a salire. E’ segno che i mercato cominciavano a non aver fiducia di questo governo, che con le sue dichiarazioni ha dato fin dall’inizio segnali di poca affidabilità per quanto riguarda la finanza, il debito e l’Europa. I capitali hanno iniziato a fuggire dall’Italia e lo spread a cominciato a salire. La cosa non è ininfluente, perché tutte le banche italiane hanno nel loro capitale una parte consistente di titoli di Stato. Se questi titoli hanno aumentato i rendimenti, diminuendo il loro valore, vuol dire che gli attivi delle banche si sono ridotti. Avendo meno valore possono prestare meno soldi e, se li prestano, li prestano a un tasso più elevato. Le banche, dopo sangue, sudore e lacrime delle crisi bancarie, avevano trovato un certo riequilibrio anche grazie all’intervento dello Stato, avevano ridotto i crediti deteriorati e stavano cominciando a risanarsi, ora questa impennata dello spread rende tutto più fragile. Quindi l’anello debole sono le banche che potrebbero essere le prime a collassare. Questo vuol dire che poi il tuo mutuo costa di più, che quell’investimento che volevi fare non puoi più farlo. Si chiude il bocchettone dell’ossigeno all’economia italiano. Tutto questo a causa della demente politica economica del governo Salvini-Di Maio”.
Di Maio vs Draghi
“Le affermazioni di Di Maio che si permette di dare lezioni a Draghi sono di una stupidità incredibile –ha dichiarato Brunetta-. Draghi è il presidente della BCE e deve essere il presidente di tutti, non deve tifare per nessuno, ha messo in atto il QE che i tedeschi non volevano. Noi dobbiamo dire grazie a Draghi, che ha portato fuori l’area Euro dalla crisi. Di Maio, poveretto, non sa quel che dice ed è raccapricciante pensare di avere come vicepremier uno così. Le sue affermazioni, ascoltate da tutti nel mondo, fanno accapponare la pelle e se uno può fa click e vende. Quello che ha detto Di Maio a Draghi è come una nave che chiede a un faro di spostarsi, il faro è la Bce e non si può spostare, è la nave che deve spostarsi”.
Appello a Salvini
“Se ci fosse stato un governo di centrodestra che aveva vinto le elezioni le cose sarebbero state totalmente diverse, non ci sarebbe stata la fuga dei capitali, non ci sarebbe stato lo spread, non si sarebbero persi posti di lavoro con l’infausto decreto dignità –ha affermato Brunetta-. Però mi rivolgo adesso a Salvini, che mi dicono essere più riflessivo rispetto alla politica con l’Europa. Mi dicono che sia più pensoso. Se ci fosse un atteggiamento più dialogante con l’Europa sarebbe un bene per il Paese. Questo deficit a 2,4 sono 20 miliardi in gran parte buttati via in sussidi. Se Salvini con il suo buonsenso e la sua concretezza dicesse: riduciamo un po’ il deficit e soprattutto cambiamo la natura della spesa in deficit. Usiamo 15 miliardi non per fare reddito di cittadinanza e quota 100, ma per fare investimenti, crescita, sviluppo, oltre che per ridurre la pressione fiscale. Una manovra così sarebbe letta in maniera totalmente diversa. In questa fase il rischio è il baratro. Se nei prossimi giorni le banche cominciano a collassare l’economia precipita, assieme allo spread, alla fuga dei capitali. Non c’è tempo da perdere, per questo serve un’inversione di rotta, di buonsenso, costi quel che costi. Se costasse una crisi col M5S ce ne faremo una ragione”.