Sara, un fiore che è andato via. Troppo, troppo presto
La Anzanello ha fatto parte delle magnifiche 12 Campionesse del Mondo nel 2002
Nel week-end sui campi di A e A2 un omaggio e un profondo ossequio, in un minuto, lungo 38 anni
Quando se ne va un fiore troppo, troppo prima dell’ipotizzato, ha ragione Consuelo Mangifesta, fa tanto male. Nei pensieri, nel cuore, nell’umore, e, per quanta gente ognuno di noi possa incontrare, ti ritornano di fronte le riflessioni e i momenti, trascorsi con chi se n’è appena andato. Come puoi giustificare che, a soli 39 anni, che una grande atleta, tutta vivacità e grinta, tenacia e tempi di reazione, del calibro di Sara Anzanello, se ne sia andata, sia volata via? Qualsiasi essere umano, capace di conservare una spessa e raffinata sensibilità, si ferma, e fa le opportune considerazioni. E pensa che, parafrasando Vasco Rossi, “la vita è un brivido che vola via”.
E’ proprio così, Sara Anzanello aveva 38 anni, e non è stata un’atleta qualsiasi, in quanto, sul campo, si è saputa guadagnare i galloni di Campionessa del Mondo, nel 2002, in Germania, assieme ad altre magnifiche 11 protagoniste. In quella meravigliosa compagine, guidata dalla panchina da Marco Bonitta, Sara è stata, con Manuela Leggeri, Paola Paggi e Anna Vania Mello, la Centrale. In una stupenda e compatta formazione che vedeva Elisa Togut, Opposto, e Miglior Giocatrice della rassegna iridata; Francesca Piccinini, Simona Rinieri, Darina Mifkova e Valentina Borrelli, le schiacciatrici, Paola Cardullo, popolarissimo Libero, le Pallegiatrici Eleonora Lo Bianco e Rachele Sangiuliano. Un gruppo entrato nella storia della disciplina giocata sotto rete e sui parquet di tutto il pianeta, perché di grandissimo livello, collettivo e per il valore delle singole.
Sara Anzanello è nata il 30 luglio del 1980 e quindi aveva compiuto da poco 38 primavere. Sabato scorso sul suo profilo ha incoraggiato l’Italia perché giungesse all’oro mondiale come era capitato a lei e alle sue meravigliose compagne di avventura.
La sua è stata una dura e difficilissima battaglia. Tutto iniziò nel 2013, quando si era trasferita nel club dell’Azerreyl Baku, Azerbaigian, lei, che per la bravura dimostrata, ha fatto parte di quella pattuglia, riservata a poche elette, in grado di rappresentare la Pallavolo d’Italia tra la Russia e le antiche repubbliche un tempo sovietiche. Venne ricoverata a Milano per un trapianto di fegato, con l’intervento riuscito: rientrò da consulente tecnica, da team manager, nel 2014-2015 lavorando in favore del Club Italia, nella Serie A2. Poi torna in campo a Novara, in Serie B1, ma l’anno dopo lasciò l’attività agonistica.
Ieri la bruttissima notizia, capace di scuotere tutto il mondo del Volley italiano, e quello dello Sport, che si è fermato. A pensare. Perché quello stupendo fiore, no, non c’è più, dopo aver seminato, tanto, e vinto, tantissimo.
La FIPAV ha voluto ricordare Sara Anzanello tramite le parole del presidente, Pietro Bruno Cattaneo: “E’ una notizia davvero sconvolgente: Sara era una ragazza davvero speciale che sembrava essere riuscita a vincere la sua personalissima battaglia, ma purtroppo le cose non sono andate come noi tutti speravamo. Oltre a essere stata un’atleta di primissimo livello, era una persona eccezionale! Che faceva parte della nostra famiglia, dato che apparteneva a quella generazione di ragazze del Club Italia e non a caso la F.I.PAV. la volle nuovamente con sé qualche anno fa. A nome di tutta la Federazione voglio mandare ai suoi cari e alla sua famiglia un sincero abbraccio e le più sentite condoglianze”.
Il comunicato della Lega Pallavolo – Anche la Lega del Volley femminile ha voluto ricordare Sara. “Il Presidente Mauro Fabris, il Consiglio di Amministrazione, lo staff e tutte le Società della Lega Pallavolo di Serie A piangono la scomparsa di Sara Anzanello, tra le pallavoliste più apprezzate e vincenti degli ultimi 20 anni. Nata a San Donà di Piave nel luglio del 1980, esordì in Serie A a Novara nemmeno ventenne. All’Agil Volley, poi Asystel, legò gran parte della sua carriera, conquistando una Coppa Italia, due Supercoppe Italiane, una Coppa CEV e due Top Teams Cup.
Nel 2009 passò a Villa Cortese, dove vinse due Coppe Italia e raggiunse per due volte la Finale Scudetto. Nel 2011-12 si trasferì all’estero, in Azerbaijan, nell’Azerrail Baku. Straordinari, i risultati ottenuti con la Nazionale: Sara fece parte della squadra che vinse i Mondiali nel 2002. Quindi partecipò ai successi in Coppa del Mondo nel 2007 e nel 2011, ottenendo numerose altre medaglie tra Europei e World Grand Prix. Nel 2013 il primo improvviso stop all’attività agonistica e una lunga battaglia per sconfiggere l’epatite fulminante e sostenere il trapianto di fegato a cui dovette sottoporsi.
Riuscì a tornare al suo amore, la Pallavolo, dapprima come team manager del Club Italia nel 2015, quindi in campo con la formazione di B1 dell’Igor Volley Novara. Dopo l’operazione divenne testimonial di numerose campagne a favore della donazione degli organi e si impegnò socialmente in progetti per la formazione dei giovani sportivi.
In occasione della 1° giornata del Campionato di Serie A1 e della 4° giornata del Campionato di Serie A2, in programma nel prossimo weekend, Sara Anzanello sarà ricordata su tutti i campi con un minuto di raccoglimento”.
Capita, in questa fragile esistenza terrena, che le persone profonde e tenere, forti e orgogliose, si girino. Constatando quella tremenda assenza di uno sguardo, di un sorriso. Di una persona che è volata via.