Alcol: ne fa uso un italiano su tre, il 60% della popolazione. Un tempo erano gli inglesi i viziosi, adesso siamo diventati simili a loro: per vicinanza geografica o necessità emotive? Ne abbiamo parlato a Tutto in famiglia, con Raffaella Saso, ricercatrice Eurispes che ha subito sottolineato quanta attenzione c’è stata da parte del famoso istituto di ricerca sul tema. “Negli anni ’80 si parlava solo di dipendenze da sostanze stupefacenti, ma erano anni in cui l’Eurispes faceva già ricerca sul fenomeno. L’alcolismo è la dipendenza più diffusa, crea danni e costi sociali, ed è in crescita tra donne e giovani”, ha spiegato Saso.

 

Prevenzione

Alcol: esistono dei divieti legislativi utili a prevenire il problema? “Vietare la vendita ai minori può essere utile, ma non è la vera prevenzione – ha aggiunto Saso – la scuola sarebbe fondamentale nel contrastare il fenomeno, crediamo ad un cambiamento culturale basato sul buon esempio, sul ragionamento, non sulla proibizione.”

Alcolismo ieri e oggi

Come sono cambiati gli alcolisti? Cosa c’è di diverso in loro? “Una volta l’alcolista era una persona che aveva bisogno di un rifugio per allontanarsi da una serie di problemi – ha spiegato la ricercatrice Eurispes – oggi il consumo è trasversale. I ragazzi che bevono sono molto inseriti nella società, non hanno problemi di solitudine, né la sensazione di fare qualcosa che possa far male da cui dipendere.”

Cosa cercano i giovani nell’alcol? “Se stessi: maggiore sicurezza, disinvoltura. Non sono più gli emarginati di una volta.”

Conseguenze

Il 60% degli italiani che fa uso di alcol, costantemente, ignora le conseguenze, questo è l’aspetto più preoccupante: non si parla degli “incidenti domestici, sul lavoro e di violenza, ovvero tutte conseguenze causate da uno stato di alterazione emotiva”, si è congedata la ricercatrice Saso.

I risultati dell’Osservatorio riportano oltre 435mila decessi causati dalla dipendenza dall’alcol: è il momento di incrementare campagne di sensibilizzazione o pensare a leggi più severe?

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