Libri: uno studio australiano dimostra che gli adolescenti cresciuti in famiglie con biblioteche, ricche di testi letterari, hanno ottenuto risultati migliori nel lavoro e nella vita. Ne abbiamo parlato a Tutto in famiglia, con Andrea Velardi, docente di Filosofia del Linguaggio, dell’Università Niccolò Cusano. “La variabile libri, in casa, produce effetti positivi se i genitori hanno la capacità di incuriosire i figli e avvicinarli alla lettura. E’ un vizio che si apprende anche per contagio”, ha spiegato Velardi.

Apprendere autonomamente

L’autoformazione viene paragonata alla laurea, “il soggetto che legge diventa uguale a quello che studia – ha osservato Andrea Velardi – bisogna chiarire quali testi producono certi effetti nel lettore. Leggere un saggio è diverso che leggere un romanzo.”

L’esperienza della lettura è la prima esperienza mediatica che facciamo. Basti pensare che il primo touch screen, per i bambini, avviene coi libri, nei primi mesi di vita. A tale proposito, il professore ha paragonato l’efficacia della lettura all’ascolto della radio, o alla visione della tv, affermando che “apprendere attraverso i mass media prepara quanto leggere. Ricordo una nonna che aveva la licenza elementare e che aveva sviluppato un’ottima capacità di pensiero seguendo la tv.”

Tullio De Mauro e Umberto Eco

Tra i grandi maestri, dei mass media, “ricordo Tullio De Mauro e Umberto Eco – ha sottolineato il professore – l’Italia è unita da un punto di vista linguistico grazie alla tv e a personalità come quelle appena citate. Tuttavia, ci sono pochi studi, in grado di dimostrare il paradigma.”

Empatia e pregiudizi

Di recente Science ha pubblicato una ricerca sui “romanzi letterari dimostrando che stimolano e aumentano la capacità di prevedere le azioni degli altri, e diminuiscono la capacità di stereotipare la realtà.” Sarà per questo che si giudica così in fretta e così tanto gli altri? Basterebbe niente per sovvertire la situazione.

 

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