Tagli vitalizi. Tommaso Cerno, Senatore del PD, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Taglio vitalizi? Sto ancora cercando di capire da Martina e da Marcucci perché abbiamo fatto una figura così da scemi. Il PD dovrebbe tornare a vivere in Italia, non su un altro pianeta. Taglio numero parlamentari? L’importante è che non si cancellino i piccoli partiti. Congresso PD? Vedo 4 persone che non scaldano minimamente la minestra, girano sempre lo stesso brodo. Sembra di andare a una lezione di ingegneria quando vai al PD, sanno tutti di tutto ma è come se fossero congelati, se parlassero dentro a un frigo”

Sulla decisione del Pd di non votare il taglio dei vitalizi

 “Un vitalizio è in italiano un contratto che prevede che tu abbia qualcosa per tutta la vita, in accordo con un contraente –ha affermato Cerno-. Il contraente in questo caso è il popolo italiano. E il popolo italiano ha detto chiaramente che questo trattamento non fa più parte delle cose che vuole contrarre con chi lo rappresenta. Quindi la prima cosa che spetta al Parlamento è uniformare questa decisione alla volontà del contraente, cioè dell’elettore che lo manda in Parlamento. Ieri Martina ha cercato di difendere la scelta, con una frase degna del giudice Santi Licheri o di Re Salomone, dicendo: noi siamo favorevoli, ma non si fa così. Tra l’altro uscire dall’aula non è un atto di coraggio politico per esprimere la propria posizione. Dicono che non siamo d’accordo col sistema contributivo, quello introdotto dalla Fornero e non si capisce perché per la gente comune va bene e per i parlamentari no. Il Parlamento ha il dovere di assumersi non solo tutti gli oneri del Paese, ma anche qualcosa in più. In questo principio di equità che è la base per ricucire col popolo italiano, il Parlamento dovrebbe privarsi di più dei suoi diritti. Il PD dovrebbe tornare a vivere in Italia, non su un altro pianeta. Io sto ancora cercando di capire da Martina e da Marcucci perché noi abbiamo fatto una figura così da scemi. Quello che ho sentito finora è peggio che se stavano zitti. Mi auguro sia una decisione presa in un momento di foga dell’opposizione e che venga posto rimedio in qualche modo. Noi diciamo che siamo scappati dall’aula con Forza Italia, la cui presidente del Senato è contestata personalmente per l’entità del vitalizio che gli spetterebbe, perché  Martina dice che la legge non è scritta bene, come se lui avesse scritto la Divina Commedia. Il Pd nacque con l’obiettivo di sconfiggere Berlusconi, oggi si trova con un’Italia cambiata e con un avversario cambiato, che non è più un oligarca ma è un pezzo del popolo italiano e nel momento in cui può esprimersi su un principio di equità, si alza e se ne va. E’ stata fatta una sciocchezza enorme”.

Di Maio ha promesso un taglio del numero di parlamentari e degli stipendi

“Di Maio ha promesso il taglio dei parlamentari perché è un modo per dire: vi facciamo schifo quindi meno siamo e meglio è, meno guadagnate e meglio è –ha dichiarato Cerno-. E’ un tema che porta Di Maio a parlare a quella parte del Paese che è legittimamente incazzata con la vita. Io sono favorevole a ridurre i benefici esagerati del Parlamento. Il Parlamento deve essere utile e per essere utile deve essere in sintonia con chi lo rappresenta. Ma questo non deve voler dire cancellare dal Parlamento i piccoli partiti, che in democrazia, proprio perché rappresenta una minoranza, deve mantenere la possibilità di esprimere la differenza di idee con la maggioranza. Bisogna tenere conto del fatto che la rappresentanza di quei pochi che hanno una voce già flebile è quello che distingue una democrazia da una dittatura e da un’oligarchia. Immaginare che Emma Bonino che rappresenta il Partito Radicale italiano, solo perché il partito è piccolo non debba stare in Parlamento, significa che si perdono decine di anni di cultura liberale. Questo non varrebbe il risparmio”.

Sul Congresso del PD

 “La leadership nasce per caso nei partiti, quando ti accorgi che qualcuno attrare il cervello e la pancia degli elettori. In questo momento, non vedo nessuno che abbia questo tipo di caratteristica. Vedo 4 persone stimabilissime, ma che non scaldano minimamente la minestra, girano sempre lo stesso brodo. Se le primarie devono essere solo un regolamento di conti interno, una redistribuzione di potere in un partito in grande difficoltà, il partito ne perderà. Quindi vinci le primarie ma poi perdi le secondarie. Le primarie sono l’unica cosa che vince il centrosinistra da anni. Sembra di andare a una lezione di ingegneria quando vai al PD, sanno tutti di tutto ma è come se fossero congelati, se parlassero dentro a un frigo. La novità non deve essere necessariamente il giovane, abbiamo visto figure come Sanders, come Corbyn, ma anche come fu Rodotà. Cioè la rottamazione può avvenire anche nel nome di uno che è molto più anziano di te ma che rappresenta delle idee nuove”.