Rimpiattino: l’80% dei ristoratori italiani afferma che i clienti, a cena, non consumano tutto quello che ordinano: che spreco! Basti pensare alle volte in cui si esce a mangiare una pizza, non avanza mai nulla? Presto nei locali troverete i rimpiattini, quelli che una volta venivano chiamati ‘doggy bag’, all’interno dei quali potrete raccogliere gli avanzi della cena, o del pranzo.
Il problema è che gli italiani, rispetto ai francesi, agli inglesi e agli americani, se ne vergognano. Si teme il giudizio in favore degli sprechi. Ne abbiamo parlato a Tutto in famiglia, con Luciano Sbraga, vice direttore generale e direttore ufficio studi FIPE, che ha spiegato: “Gli italiani provano imbarazzo, nel rincasare con gli avanzi del ristorante. Eliminando l’imbarazzo si può favorire la pratica del rimpiattino, nome italiano della doggy bag, che significa nascondiamo cose che rimpiazziamo a casa.”
Come favorire la pratica del rimpiattino?
Contrastare l’imbarazzo gli sperperi di risorse, in favore di quella che una volta veniva definita doggy bag, non sarà facile, ma la FIPE è decisa e ha le idee chiare: verranno distribuiti oltre “10mila rimpiattini, per cibo e vino. Saranno ben fatti esteticamente e si troveranno in almeno mille ristoranti, che hanno aderito alla proposta. Ce ne sono altri 30mila che aspettano di aggregarsi all’iniziativa”, ha spiegato Sbraga.
Il valore culturale del cibo
“Il ristoratore incoraggerà a terminare la degustazione – si è congedato Luciano Sbraga – o inviterà i consumatori a portarsi la cena a casa, mettendola nel rimpiattino. Gli avanzi nei ristoranti vengono buttati. Bisogna ridare un valore culturale al cibo. E’ una pratica alla base della nostra cultura, ovvero quella del recupero, come nella cultura contadina. Oggi abbiamo più soldi, andiamo al ristorante con maggiore frequenza e non ci facciamo caso, ma dovremmo recuperare questa pratica, molto diffusa al Centro o al Nord.”