Come tutti ben ricorderanno, pochi mesi fa esplose la questione rischio sfratto della Casa Internazionale delle Donne dalla storica sede di Trastevere. Giulia Rodano del direttivo della Casa delle Donne, intervenuta ai nostri microfoni ci ha aggiornato sulla vicenda: “Purtroppo non ci sono buone novità, nel senso che il Comune ha revocato la convenzione che consente a noi di rimanere nello stabile del Buon Pastore senza però sfrattarci; questo accadeva ad agosto, non casualmente credo, e da allora abbiamo la spada di Damocle sulla testa in quanto noi continuiamo ad operare in questa sede senza sapere quale sarà realmente il nostro destino. Nel frattempo noi stiamo continuando a lottare per rimanere dove siamo, contestando di fronte ai Tribunali civili ed amministrativi perché siamo convinte di non essere un peso, un costo per il Comune ma anzi un vantaggio per loro, per la Città. Credo stiano aspettando una nostra proposta ma noi nel frattempo stiamo facendo di tutto per cercare di risolvere il problema anche interpellando la Regione, che ha fatto un emendamento che consente di considerare il valore dei servizi che vengono erogati dai vari enti come patrimonio che va pagato; d’altronde qui lavorano delle serie professioniste: il lavoro di questo servizio può essere monetizzato e valorizzato. Qui offriamo molti servizi e la precedente amministrazione aveva valutato il nostro lavoro per 700.000 euro l’anno: qui ogni anno vengono circa 30.000 donne per varie cose, tra cui iniziative culturali, che pensiamo debbano essere valorizzate. La Regione ha creato gli strumenti e noi speriamo che si riesca a chiudere il contenzioso col Comune anche se questo dipende dalla volontà dello stesso di volerla chiuderla, visto che ormai è da fine settembre che non abbiamo notizie. La Casa Internazionale delle Donne è una perla di Roma che va assolutamente valorizzata, le donne che ci lavorano sono tante e il loro lavoro deve essere sicuramente più riconosciuto. Ci dobbiamo sbrigare!”
15 Ott, 2018 – 09:24
Casa Internazionale delle Donne: ancora a rischio sfratto?
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