Lo chef Filippo La Mantia è intervenuto ai microfoni di ‘Cultura e Cucina’ su Radio Cusano Campus in occasione dell’uscita del suo nuovo libro ‘ Ma tu come la fai la caponata? La nostra storia d’amore in cucina ’, scritto a quattro mani con la sua compagna e food blogger, Chiara Maci.

Il rapporto con i social                                                                                               

“Chi ha la mia età ha avuto modo di confrontarsi con altri mezzi di comunicazione, quindi se volevi uscire con una ragazza dovevi per forza andarle a citofonare a casa. C’era un rapporto e un confronto diretto. Oggi i social hanno azzerato la costruzione intorno a qualsiasi tipo di rapporto. Sono diventati dei contenitori infimi di odio e di luoghi deputati allo sfogo personale. L’uso che Chiara fa dei social è molto corretto e onesto, e io rispetto questo. Sono una persona discreta e quando Chiara spinta dall’amore ha reso nota la nostra storia con una foto sui social ho constatato personalmente l’interesse delle persone verso questo genere di dinamiche. Devo ammettere che all’inizio mi sono arrabbiato ma poi mi sono abituato alla cosa.

Mia figlia Carolina è la donna della mia vita

“Mia figlia Carolina, che ha 11 anni, è la donna della mia vita. Provo un amore puro ed infinito perché lei è lo specchio in cui mi guardo tutti i giorni. Con mio figlio Andrea, che ora ha 7 mesi e mezzo, invece, c’è un rapporto più fisico. Lo voglio stringere in ogni momento. Bianca, la figlia di Chiara, la considero mia figlia e lei mi chiama papà. Abbiamo costruito un bellissimo rapporto. Nella contemporaneità i bambini vivono più pericoli rispetto al passato; penso ad esempio ai social dove chiunque può celarsi dietro un profilo finto per avvicinare un bambino. Io cerco di proteggere i miei figli come posso senza privarli del mezzo comunicativo. Non voglio levarle il telefono ma cerco di farle capire in che società vive. Il piatto che più mi piace cucinare a casa è chiaramente la pasta, e in particolare la pasta con olio e il cacio cavallo di Ragusa. Quando ho fame cucino questo piatto.

La Sicilia

La mia tipologia di cucina ha sempre richiamato al mio mondo natale fatto da cene famigliari e serate in taverna con gli amici. Per me il cibo rappresenta il mondo affettivo, aldilà delle location in cui lo produco, che sono sempre state di altissimo livello. Non per questo ho modificato il mio modo di cucinare. Anche Chiara viene da una famiglia del sud dove si mangia e si beve moltissimo e ha conservato una parte di tradizione dentro di sé ma il suo lavoro l’ha portata a frequentare ristoranti dove la cucina è un progetto. Quella della tradizione e dell’alta cucina sono mondi completamente separati. Ed è per questo che mi arrabbio moltissimo quando sui giornali leggo che sono uno chef stellato perché non è affatto vero. Io appartengo ad un altro mondo. Instaurare un rapporto con i miei clienti spiegandogli il mio lavoro fa parte della cultura siciliana e a me viene spontaneo comportarmi così. Quando non potrò più lavorare secondo il modello comportamentale della mia tradizione, credo che smetterò di lavorare come cuoco.”

Il lavoro come fotografo

“L’esperienza lavorativa come fotografo è stata assolutamente istintiva e infatti non ho mai studiato per diventarlo. La fotografia era un impulso naturale. Lavorando come fotografo di cronaca nera la prima regola per me era captare il momento senza fare del dolore dei parenti delle vittime una sensazionalistica mercificazione. Anche se non lo faccio più come mestiere, continuo sempre a fare fotografie. Frequento gli ambienti delle fotografia, si può dire che tengo sempre un piede dentro.”

Il trasferimento a Milano

Non mi sono trasferito a Milano solo per ragioni di cuore perché a dire il vero la storia con Chiara è iniziata un anno dopo il mio trasferimento. Lei è stata il mio punto di riferimento perché agli inizi non conoscevo nessuno. Nella mia vita ho raggiunto i traguardi importanti senza fretta, secondo le mie tempistiche. Infatti ho iniziato a fare il cuoco a 41 anni, mi sono sposato nel 2012 e ho avuto la mia prima figlia, Carolina, a 47 anni. Rispetto agli standard delle persone normarli io sono arrivato sempre dopo, perché diciamo, ho avuto molto da fare.”

Puoi ascoltare l’intervista qui:

https://www.tag24.it/cerca-podcast/?_sf_s=filippo%20la%20mantia