“La dislessia non è una malattia ma una differenza nell’apprendimento, che molto spesso è solo la punta di un iceberg che nasconde altre problematiche. Quello che possiamo fare è capire cosa c’è alla base della dislessia e sviluppare strumenti adeguati per l’apprendimento”.  Jon Hird

convegno aid 6 ottobre

Non chiamatela malattia. Come sostiene Jon Hird, docente dell’Università di Oxford, la dislessia è una differenza nell’apprendimento. Il docente è intervenuto, insieme ad altri esperti, al convegno AID – Associazione Dislessia Italia , durante la Settimana Nazionale della Dislessia, tenutosi sabato 6 ottobre presso l’Ateneo Cusano.

I partecipanti hanno affrontato un tema attuale che coinvolge 189mila ragazzi in Italia a cui è stato diagnosticato un disturbo dell’apprendimento. Una percentuale purtroppo destinata a crescere, visto che ci sono molti casi che non vengono diagnosticati.

“La dislessia non è aumentata, ma è stata per moltissimo tempo un fenomeno sommerso – ha dichiarato all’agenzia di stampa Dire Antonella Trentin, vicepresidente di AID, l’Associazione Dislessia Italia– La legge 170 ha aiutato ad aumentare la sensibilità sul problema, dando alle scuole il compito di segnalare alla famiglia i casi in cui i bambini dimostrano dei processi di apprendimento non nella norma. Ma c’è ancora poca informazione sul tema”.

 

Associazione Dislessia e Unicusano

L’Unicusano, attenta e sensibile al tema dei DSA, ha messo a disposizione dell’AID – Associazione Dislessia – i suoi spazi e la sua struttura per ospitare non solo il convegno ma anche i laboratori didattici: disegno, scrittura creativa, laboratori teatrali e sportivi da parte del gruppo di MMA (arti marziali miste). Obiettivo comune: elevare il potenziale e l’autostima di questi ragazzi.

Per i ragazzi con DSA è fondamentale sviluppare ambienti digitali per l’apprendimento. Così molte scuole hanno adottato il sistema “dada” (didattica in ambienti di apprendimento). Con questo modello gli spazi diventano protagonisti dell’apprendimento e hanno una loro identità ben definita. Le classi del metodo “dada”, dunque, sono aule tematiche.

Anche l’Università Niccolò Cusano sta evolvendo e aggiornando i propri sistemi di apprendimento per tendere ulteriormente la mano ai ragazzi con DSA.

“Il nostro impegno è quello di accogliere i ragazzi con certificazione e individuare insieme strumenti compensativi e dispensativi che si adattino meglio al percorso – ha spiegato Gloria Di Filippo, Preside di Psicologia dell’Università Niccolò Cusano– La teledidattica agevola moltissimo gli studenti con disturbi perché le lezioni sono registrate e disponibili in piattaforma, e in aggiunta stiamo sviluppando un progetto per la realizzazione di mappe concettuali e mentali messe a disposizione per tutti i ragazzi”.