Fabrizio Boca, Executive Chef del Quirinale, è intervenuto ai microfoni di ‘Cultura e Cucina’ condotto da Livia Ventimiglia e Camilla Vitanza su Radio Cusano Campus per parlare del suo lavoro nelle cucine del Quirinale e delle attività di solidarietà che vengono svolte all’interno di esse.

La prima volta nella cucina del Quirinale

“Sono stato chiamato dalla scuola alberghiera dove ho studiato per un colloquio di lavoro presso il Quirinale. Era un colloquio conoscitivo; non sapendo dell’esistenza delle cucine del Quirinale, mi sono recato all’Hotel Quirinale, dove però non cercavano personale. Ed è così che è nata la mia storia all’interno di questa cucina. Sono diventato responsabile in età giovane nonostante la presenza nel team di persone anagraficamente più anziane. Ma è stata una decisione condivisa anche dalla brigata di cucina. Ed infatti sono 26 anni che lavoro qui.

Devo dire che in questi anni nessun presidente mi ha mai fatto richieste particolari. Quello che però è stato sempre un criterio da rispettare è stato garantire l’italianità dei prodotti. Abbiamo sempre e solo cucinato con prodotti del Made in Italy, nel quale crediamo. La nostra volontà è di promuovere i produttori italiani, non c’è nulla che provenga dall’estero nei nostri piatti. Per quanto riguarda i materiali va detto che le pentole di rame che ho usato al mio esordio ad oggi non vengono più utilizzate. La nostra cucina, infatti, è moderna e all’avanguardia. Non è facile arrivare fisicamente nella cucina perché è posizionata sotto i saloni e non è visibile. E’ un gran riconoscimento per me vivere quotidianamente quest’istituzione, che mi ha reso la persona che sono oggi.

 Per la prima volta le porte del Palazzo sono state aperte a persone esterne

 Rispetto agli anni passati c’è stato un grandissimo salto di qualità. Infatti c’è stata una totale apertura del Quirinale rispetto a tematiche a sfondo sociale. Ed è proprio per questo che nutro un forte sentimento di rispetto verso il Presidente. Infatti da qualche anno ospitiamo nella nostra cucina i ragazzi degli istituti alberghieri per formarli. Inoltre è attivo anche un programma per aiutare i ragazzi con disabilità, che precedentemente venivano accompagnati dalle maestre di sostegno ma che oggi vengono da soli. In quanto stagisti hanno dei compiti ben precisi, e fanno lavori di supporto utili in un cucina. Quest’iniziativa è motivo di grande orgoglio per tutti noi.

Ma il Palazzo del Quirinale non è l’unico luogo deputato ad azioni di solidarietà. Anche attraverso il club Chefs Des Chefs, un club internazionale di cui fanno parte gli Chef Executive dei capi di stato, ho avuto modo di portare avanti attività di beneficenza in tutto il mondo. Con la mia brigata abbiamo girato il mondo, dall’India agli Stati Uniti, realizzando cene a scopo benefico.

Dentro le cucine del Quirinale

A volte i familiari dei presidenti sono entrati in cucina ma non sono mai stati invadenti. C’è un rapporto di fiducia e di rispetto fra noi e il Presidente. Chiaramente ci sono momenti di tensione in cucina ma rispetto ad un ristorante dove i clienti hanno la volontà di assaggiare i piatti di un determinato chef, qui abbiamo maggiore libertà di manovra. Cuciniamo piatti su misura, e sempre in risposta ad un’esigenza specifica. Inoltre nel quotidiano sono desiderati piatti semplici e delicati. La semplicità è la prima regola da rispettare.”

Puoi ascoltare l’intervista qui:

https://www.tag24.it/podcast/fabrizio-boca/