Scherma paraolimpica di scena a Terni: parla il presidente Giorgio Scarso
“Grandi risultati e ricambio garantito, sia tra i Maestri che in pedana: grazie a Terni per quanto fatto per la Scherma Paralimpica!”
Si sono conclusi gli Europei di scherma paraolimpica a Terni, con un’ottima organizzazione e grandi prestazioni dei nostri spadaccini. Le chiedo un bilancio.
“Sì, sottoscrivo quello che ha detto. Inoltre la città di Terni si è calata a pieno in questa manifestazione. Risultato soddisfacente e mi piace sottolineare il ricambio generazionale, che evidenzia una crescita globale del movimento. Lo dice anche una atleta di spada paraolimpica: la nostra disciplina è ormai alla pari con quella olimpica. La funzione sociale di questi eventi è importante tanto quanto la sfida agonistica”.
Vorremmo che spendesse qualche parola sui più di 400 volontari che si sono offerti per questa manifestazione.
“Parlavo di questo, citando Terni. Una città che si mobilita sempre per manifestazioni di questa natura. Oltre ai volontari, va dato merito ai dirigenti del club e all’amministrazione comunale”.
E tutto è andato bene in favore della solidarietà, dell’inclusione, in un paese che spesso dimentica, queste qualità: “Sono orgoglioso, come presidente: anche la delegazione russa ci ha ringraziato”.
I risultati? “Il medagliere – dice il presidente della Federazione della Scherma – si è chiuso in attivo, rispetto all’ultima manifestazione, a Roma. Abbiamo ottenuto 4 ori, 4 argenti e 6 bronzi. Un oro lo hanno ottenuto gli uomini a squadre, uno le donne, a squadre, uno al fioretto individuale maschile e uno femminile”.
Bel segnale per tutto il movimento. “Sì, in questo la Federazione è attenta a non creare vuoti generazionali. Avviene sia con la scherma olimpica, sia con quella paraolimpica. Questi nomi nuovi sono merito delle squadre che li hanno accolti, nella capacità del nostro staff e secondo me nella prossima edizione vedremo ancora nomi nuovi. Pari opportunità, nel campo maschile come in quello femminile”.
Scherma e Nuoto sono da decenni eccellenti in Italia. Si è chiesto il perché succede questo, almeno nella disciplina di sua competenza?
“Sono ovviamente orgoglioso, da presidente. Anche merito dell’indotto però, che si crea nel mondo della Scherma. Da noi i maestri non sono specifici per bambini e adulti: sono maestri! In questo modo si cresce con una cultura schermistica di alto livello. La federazione dà attenzione massima al settore giovanile, Under 17 e Under 20. Questo dà stimolo anche agli adulti, per conservare il loro posto in Nazionale. I giovani hanno lo stimolo di andare a
livello dei grandi. Lo chiamo circuito virtuoso”.
Tra l’altro gli atleti più giovani spesso danno lezioni ai più giovani.
“Abbiamo dato vita ad una lezione, all’Acquacetosa, per aspiranti istruttori. Erano in 15 ed erano tutti della Nazionale assoluta. Vuol dire che un domani saranno i maestri dei nuovi giovani. Questo garantisce qualità altissima”.
La scuola di Jesi è un modello unico. Si sta cercando anche altrove, per una situazione del genere?
“Jesi è sicuramente un unicum ma ci sono altre realtà. Frascati per il Fioretto, Acireale e Torino per la Spada. Oggi tutto il paese è coinvolto comunque, da Nord a Sud. Non solo poche città come accadeva prima. Jesi chiaramente, grazie al Maestro Triccoli è stato, è, un esempio”.
In passato è accaduto che maestri andassero all’39;estero. Come si risolve, questo problema?
“Rispetto ad offerte economiche molto alte si può fare poco. Il ricambio generazionale citato prima è la nostra soluzione. Non possiamo certo correre dietro ai maestri”.
Testo raccolto da Giulio Dionisi