Pallavolo, il mondo sotto rete secondo Fefé De Giorgi
Il più longevo ed efficace palleggiatore azzurro della storia ha parlato a Radio Cusano Campus: “Gli USA, che squadra!”
Proseguono le escursioni nel campo delle leggende, da parte di “Sport Academy”. Il 27 settembre è stata la volta di Ferdinando De Giorgi, per tutti gli amanti della Pallavolo FEFE’, leggenda vivente e miglior palleggiatore, nella storia azzurra, con Paolo Tofoli.
Stai seguendo molte cose, tra cui i campionati del mondo in corso di svolgimento che ieri ci hanno dato qualche dolorino…
“La Serbia sapevamo fosse una squadra di grande carattere e conoscevamo la difficoltà della sfida. Un 3 a 0, però, che è stato senza storia, anche se va letto in due parti. Da una va dato merito alla Serbia di aver giocato una partita di Pallavolo di altissimo livello, in tutti i fondamentali. Dall’altra non siamo riusciti a girare il match dal punto di vista tecnico e caratteriale”.
Possiamo dire che hanno fatto la partita perfetta?
“Sì, indubbiamente. Lo ha riconosciuto anche il loro allenatore, Nikola Grbic, che ha dichiarato la partita al di sopra delle righe. La loro forza in battuta si conosceva, ma mi hanno stupito in difesa, anche in posizioni difficilissime. Noi dovevamo avere più pazienza e cercare di resistere e rimanere punto a punto, e poi vedere come andava”.
Probabilmente ci siamo affidati troppo ai singoli e non a tutta l’orchestra?
“Questo succede, con questi tipi di avversari. Non riesci ad uscire alla distanza con i singoli ma può capitare. Con la Russia eravamo riusciti di più a rimanere in partita, ad esempio. Comunque mi aspetto un’Italia diversa già dalla prossima. Non sarà comunque facile la partita di domani (oggi, 28, per chi legge).
La sconfitta ha evidenziato una certa fragilità mentale?
“Questa è stata la grave mancanza. Credo che i ragazzi ce l’abbiano la caratteristica di resistere. Scopriremo la realtà domani. Se reagiremo sarà un’altra storia, altrimenti purtroppo no”.
E’ un caso che dalla splendida Puglia siate venuti fuori sia te che Mastrangelo?”.
“In Puglia c’è grande tradizione, come dicono anche gli attuali atleti di livello nazionale”.
Facciamo un po’ di propaganda turistica, visto che sei un ambasciatore importante. Quanto è bella la Puglia?
“Sono orgogliosamente salentino ed è una terra splendida. Avendo due mari vicini, è una terra tutta da scoprire. Magari da non visitare ad Agosto, meglio Settembre. Allenando all’estero, le vacanze cerco di farle qui, a casa”.
A proposito di estero. Una nazione cresciuta nella Pallavolo esponenzialmente è la Polonia?
“La Pallavolo è al livello di calcio come seguito e hanno impianti bellissimi.
Il campionato è di buon livello e c’è un movimento interessante”.
Come la Turchia e la Germania nel calcio, hanno investito molto.
“Attualmente ci sono 5 allenatori italiani, nella Serie A polacca: l’anno scorso ce n’erano 7. Il rapporto è buono ed hanno fiducia nei tecnici nostrani”.
Quale nazionale ti ha impressionato più delle altre?
“Ho appena finito di vedere Stati Uniti-Russia, che è finita 3-0. Avrei detto che queste due si contendevano la medaglia ma la Russia ha un problema di continuità, evidenziato anche contro il Brasile. La Russia è fuori, dunque. Anche i brasiliani sono molto forti. Gli USA hanno standard più alti e non li abbassano; anche quando vanno in difficoltà, resistono. Sono anche imbattuti, che nella storia dei mondiali non è proprio una cosa buona!”, dice, sorridendo, uno dei giocatori e al contempo tecnici più vincenti, nella storia della Pallavolo. “Non è mai successo, che vincesse una squadra che non aveva mai perso una partita”.
Visto che sei un esperto di comunicazione, che impressione ti fa vedere Lucchetta , tuo amico, al commento del mondiale? In una telecronaca colorita ma accurata, dobbiamo dire…
“Lui è un personaggio e non capisco la gente come faccia a seguirlo. Qualche volta non si comprende, ciò che dice”.
Va interpretato! “Sì – ride di gusto -, lui è sempre stato così”.
Un amico che ci sta seguendo ha commentato: “La Serbia è stata più forte, punto e basta.” Una sintesi clamorosa.
“In effetti questa partita va vista anche in questo modo e il livello della Serbia è stato impressionante. Non credo contro la Polonia faranno lo stesso (infatti hanno perso 3-0, n.d.r.). I serbi in partite del genere si esaltano caratterialmente. Accadde in un primo turno tanti anni fa, a noi, nel ’98. Sempre molto forti, loro. Fu interessante perché li incontrammo nei gironi e ci sconfissero, festeggiando con le bandiere. Poi ci rifacemmo in finale”.
Come lo vedi lo scacchiere della geografia della pallavolo?
“Il Brasile è di altissimo livello, con tre mondiali consecutivi e buon ricambio di giocatori. Il cubano? Diventerà brasiliano il prossimo anno. Cuba sarebbe fortissima se i suoi giocatori non venissero naturalizzati da altre nazioni, come è successo uno a testa per l’Italia (Juantorena), sta per succedere uno a testa, per Brasile e Polonia! Sarà un problema anche politico e di gestione”.
Così parlò uno dei grandi discepoli della Pallavolo d’Italia, più volte d’oro. Che prosegue, come Bernardi e Giani, a tracciare il solco della disciplina, dalla panchina.
Testo raccolto da Giulio Dionisi