Co-housing: dalle comuni agli studentati, quanto è difficile condividere spazi e servizi con persone che non conosciamo? Quanto è importante coltivare buone relazioni? Invecchiare con gli amici pare sia una delle ultime tendenze, i nonni preferiscono passare così la terza età. Ne abbiamo parlato a Tutto in famiglia con la professoressa Donata Francescato, docente di Psicologia della Comunità, dell’Università La Sapienza di Roma. “Il vero co-housing, oggi, ovvero l’erede delle comuni degli anni ’60 e delle comunità intenzionali dell’800, raggruppa nello stesso palazzo anziani, coppie con figli, single.” – ha spiegato la professoressa Francescato – la struttura che ho visitato a Berlino era anche ambientalista. Si costruiscono edifici dove non si spende tanto col riscaldamento, ad esempio. Nel co-housing stanno cercando di tenere il meglio delle comunità antiche, nell’attuale co-housing ognuno ha il suo appartamentino, mentre nelle comuni condivideva anche il denaro.”
Le relazioni umane ci rendono felici
Secondo i risultati ottenuti attraverso svariati studi emerge l’importanza delle “relazioni umane. Non ci rendono felici le cose, la ricchezza, ma i rapporti con gli altri. Si può essere pieni di cose, ricchi, e impauriti, ansiosi – ha osservato la professoressa di Psicologia della Comunità – attraverso il co-housing si creano quei rapporti col vicinato, come nei paesini, dove la vicina ti aiutava a tenere la bambina, per esempio.”