Per parlare dell’assurda situazione del format mancato della Serie B, Radio Cusano Campus si è affidata a un giurisprudente che, oltre a essere dotto nel settore legislativo e forense, ha avuto trascorsi importanti nella qualità di primo, storico radiocronista sportivo di Terni, l’Avvocato Massimo Minciarelli.
Possiamo dire che la gestione di questi campionati è più che alla deriva?
“Bisognerebbe elencare una serie di volgarità ma è inopportuno per il sito radiofonico e accademico. Sottoscrivo tutto e purtroppo il calcio italiano è precipitato ad un livello bassissimo”.
Esagero, se dico di rimpiangere Artemio Franchi e Antonio Sbardella?
“Giulivi è stato un grande, anche al di là del potere politico. Io se rimpiango anche Matarrese è tutto dire… Vuol dire che qualcosa non funziona”.
Il nome di Abete che qualcuno ha avuto il coraggio di proporre?
“Avevo già detto che bisogna ripartire dalle basi, senza riciclare questi tipi di personaggi. Servono persone nuove, anche ex calciatori. Non succederà mai perché il carrozzone del calcio italiano è gestito sempre dalle stesse persone, che influenzano anche le nuove. Si veda l’esempio di Fabbricini che, essendo una persona rispettabile, fatica comunque, a prendere posizione. Abete lascia perplessi per la sua ex gestione”.
Possibile che i Baggio, i Rocca, i Rivera debbano essere fatti invecchiare così, come è accaduto, in politica, per Veltroni?
“Nomi che avevo individuato. Come Tommasi o altri ex giocatori che sono attualmente in giro. Il sistema non si butta giù, è una questione di interessi. Ho avuto modo di vivere per tre anni in una Commissione nazionale Lega Dilettanti, che coinvolgeva altre società, fino a un massimo di 14000. Come ex giudice in questione posso dire di aver visto cose simili a quelle che oggi accadono nel calcio professionistico italiano. Dagli anni 90 ad oggi non è
cambiato nulla”.
Non era colpa di Giulivi allora…
“Io sono una creatura del presidente . Tranne i suoi errori, aveva qualcosa che altri non hanno: il carisma!”.
Chi comanda oggi non sa stare nemmeno al microfono…
“Non riesco ad avere giudizi positivi dal CONI in giù. Chi si è arruffianato le 19 squadre della B e punta in alto, lo fa per garantirsi la poltrona. In Italia non c’è un giornalista con le palle che dica tutto ciò!”.
Quando finisce, questo patto tra il calcio e lo stato? Due anni fa usciva un articolo, dal tono semplicemente forte, sull’Espresso, dal titolo Immobiliare Tavecchio. Qualcuno le ha provate, a scrivere, queste cose…
“I tifosi delle società reclamanti sono nella confusione assoluta. Quando si gioca? E quante volte si giocherà il mercoledì”.
Il che manda in totale confusione arbitri, commissari di campo, giornalisti e dirigenti.
“Il problema è serio. C’è un menefreghismo totale nei confronti di chi deve usufruire di questo presunto spettacolo che è il calcio, con tutti i problemi della nostra nazionale. Le vere vittime sono i tifosi che vivono nello sconcerto di questa situazione. Una barzelletta e nessun rispetto per le società mancanti. Parliamo di Ternana, Catania, Vercelli, Siena. Società storiche. Queste persone mancano di educazione, oltre che di tutto il resto”.
La Serie B e la Serie C sono e permangono nel caos assoluto. E questa situazione ha dei precisi (ir)responsabili. Questa, è la storia, in barba non soltanto ai tifosi, ma a quelli che, imprenditori nella vita economica di tutti i giorni, vogliono e vorrebbero proseguire a fare le cose serie. E’ così complicato?
Il testo dell’intervista è stato lavorato da Giulio Dionisi