Pediatria in estinzione: ANAAO lancia l’allarme. Tra tutte le discipline specialistiche quella pediatrica costituisce un unicum sia sotto il punto di vista del percorso formativo che degli sbocchi professionali. La stessa scuola di specializzazione forma professionisti che possono orientarsi verso la carriera ospedaliera o verso quella della medicina convenzionata territoriale. Questa specificità, che non ha riscontri in altri Paesi, ha rappresentato un’opportunità di crescita per la sanità italiana e per la sua organizzazione.

Con la firma dell’ACN nel 1979 viene stipulata la prima convenzione nazionale della pediatria extra-ospedaliera. La salute del bambino di età compresa tra la nascita e i 12 anni, sino ad allora di competenza esclusivamente del medico di famiglia, viene affidata al pediatra. Il grande numero di medici disponibile negli anni ’80 (fenomeno conosciuto come “pletora medica”) ha dato la possibilità, ad un sistema in crescita, di offrire uno sbocco occupazionale a molti giovani medici e una opportunità di crescita qualitativa al SSN.

La pediatria da specialistica di secondo livello cui accedere dopo il filtro del medico di base passò, dunque, a coprire anche funzioni proprie delle cure primarie. In poco più di 30 anni lo scenario è radicalmente mutato. Il numero chiuso a medicina ha in parte contrastato la “pletora” che, paradossalmente, continua a manifestarsi ancora oggi sotto la forma di quell’imbuto formativo, analizzato negli studi Anaao, che impedisce a molti giovani dottori di specializzarsi e accedere ad un percorso di lavoro. Il precariato e l’emigrazione verso paesi con economie più solide è la naturale conseguenza di questa condizione che induce un circuito negativo di progressiva e infelice decrescita del diritto alla salute in Italia.

Questo contesto è noto anche ai non addetti ai lavori, meno nota la situazione che si sta sviluppando nell’area pediatrica. La carenza di risorse professionali, che non sembrano avere importanti spazi di implementazione nel breve periodo, dovrebbe consigliare il Governo e il Ministro a rivedere la programmazione nel settore prima che l’ondata di pensionamenti raggiunga la sua massima espressione e si abbatta sul sistema danneggiandolo e degradandolo in modo irreversibile.

(fonte DIRE)