VAR troppe indicazioni dubbie: la confusione aumenta

Parla un esperto del settore, uno che è stato arbitro

 

Si è tornato a parlare di VAR, dopo alcuni errori commessi nell’ultimo turno di Serie A. Eppure l’anno scorso la percentuale di errore era stata molto più bassa delle altre nazioni che hanno utilizzato questa tecnologia. Ne parliamo con Alessandro Dinoia, che è stato arbitro in campo e poi è rimasto nel settore, per dare un contributo affinché la gente conoscesse i vari aspetti, del Regolamento Tecnico del Giuoco del Calcio.

L’ex fischietto milanese è intervenuto nella trasmissione “Sport Academy”. Dinoia ha scritto un articolo in cui sottolinea gli aggettivi “evidenti” e “chiari” (errori) nel protocollo di utilizzo di questa tecnologia redatto dall’organismo che è l’unico autorizzato a cambiare le regole, l’International Board.
“Esatto. Nel protocollo è stato aggiunto il termine “evidenti” di fianco a “chiari”. Sembra una sottigliezza ma non lo è. Gli addetti VAR devono intervenire se l’arbitro principale è impallato da dei calciatori e non vede. Siamo praticamente tornati a due anni fa: è un vero peccato”.

Si è praticamente allargata la soggettività e l’interpretazione del primo arbitro.

“Il VAR ora viene visionato per ogni gol, per situazioni di fuorigioco e appunto, errori evidenti. I nostri arbitri sono un pò spiazzati perchè erano abituati ad un altro uso e devono abituarsi a questo nuovo. Ad esempio in Inter-Parma è successo probabilmente questo: Rocchi non sapeva se potesse intervenire ed interferire sulla decisione dell’arbitro di campo (Manganiello)”.

Io e te abbiamo vissuto con la divisa da arbitro in un altro calcio. Chi cambia le regole, per sdrammatizzare, probabilmente non ha mai giocato a pallone. Conosciamo la difficoltà e l’educazione dei nostri arbitri, a differenza di alcune emittenti in cui parlano dei “curvaioli”. In Champions perchè non vogliono il VAR, nonostante le due semifinali Real-Bayern abbiano creato forti malumori?
“Questa è una domanda chiave. Una mania di voler restare indietro della UEFA, al contrario della FIFA. Credo stia cambiando qualcosa ma a livello europeo non sono ai nostri livelli, nell’utilizzare questa tecnologia, o comunque non sono convinti. C’è un pò di diffidenza. A pensar male verrebbero in mente altre motivazioni.”.
Finchè non si arrabbia il Bayern che, da tedesca, conta abbastanza in Europa…
“Deve indignarsi un club potente, non noi nelle nostre scrivanie.”.
Ad esempio la Roma ha subito un netto fallo di mano e conseguente rigore contro il Liverpool, tra l’altro nei pressi del 90°. L’arbitro sloveno è stato mandato al mondiale per la prima volta dal nuovo presidente UEFA Ceferin, che casualmente ha la sua stessa nazionalità!
“Sì, diciamo che esistono coincidenze “, chiosa col sorriso, Alessandro Dinoia.
Oltre a Milano, è successa una cosa molto particolare ad Udine. Un errore di guardalinee ed arbitro, che hanno avuto troppa fretta.
“Va distinta però una cosa. Quello che è successo ad Udine non sarebbe stato evitato nemmeno con il vecchio protocollo. L’arbitro ha interrotto prima, l’azione su suggerimento dell’assistente (che in caso di dubbio non deve alzare la bandierina). A gioco fermo la VAR non può essere utilizzata”.

A Milano grande errore invece di Manganiello, anche se rimane un ottimo arbitro..

– Anche ad inizio gara con Gagliardini che fa un’entrata durissima e l’arbitro non concede nemmeno il fallo. In questo caso si interviene anche con il nuovo protocollo. La nuova regola sta creando confusione”.

L’introduzione del VAR aveva vinto anche sui puristi del calcio, che erano contrari. Dopo un anno di sperimentazione le cose sono cambiate. Quale può essere, la nuova modifica?

“Secondo me si tornerà al vecchio protocollo. Si parlava di estendere l’aiuto e invece si è tornati indietro. Si penserà di ristabilire il vecchio protocollo ma non si può prevedere quando. Di solito l’IFAB si riunisce una volta l’anno. Io spero prima, perchè così è uno strumento usato a metà”.

Può essere che l’arbitro si senta espropriato del suo ruolo?

“Mah. Per me è un aiuto, non una difficoltà. Migliora la serenità e i Mondiali l’hanno dimostrato. Nel 2018 la tecnologia nel calcio serve”.