Selfie: gli autori delle foto più originali ottengono visibilità e appaiono più interessanti agli occhi degli altri. Tra vanità e divertimento, l’era delle foto fai da te causa ansia da prestazione: c’è chi attraverso le app cerca di migliorarsi esteticamente e chi escogita gli angoli più impensabili per stupire. Andrea, 15 anni, ha scelto di salire sul tetto di un centro commerciale di Sesto San Giovanni per fotografarsi. “Nel periodo adolescenziale la voglia di farsi notare, la ricerca del brivido è normale, il problema è che si esagera. Farsi un selfie in un posto pericoloso è un’esagerazione”, ha affermato la vice presidente Eurodap, Eleonora Iacobelli, a Tutto in famiglia, su Radio Cusano Campus. 

Adolescenza e percezione del pericolo

L’adolescenza, la più delicata delle fasi di crescita dei figli, è quel momento della vita in cui si cerca in tutti i modi di “mettersi in mostra, per provocare l’accettazione nel gruppo dei pari. Si ascolta più l’amico che il genitore e si ha una percezione distorta del pericolo”, ha aggiunto Iacobelli. 

 

 

Vecchi genitori vs genitori moderni

A tutto questo va ad aggiungersi il diverso modo di riconoscere i rischi contemporanei: “I genitori di oggi non hanno a disposizione le possibilità della tecnologia attuale, c’è un deficit di conoscenza, è un problema generazionale, mentre una volta ci si accorgeva subito se qualcosa non andava.”

Il padre di Andrea

Il papà di Andrea, adesso, è alla ricerca della causa della morte di suo figlio. “Sta cercando un colpevole, deve accertare l’accaduto e non accetta che la colpa non sia di nessuno, se non del modo spericolato di vivere di Andrea. La non accettazione della colpa di suo figlio è normale. Il fatto da un punto di vista psichico non è accettabile per un genitore”, ha sottolineato la psicologa Eleonora Iacobelli.

Ascolta qui l’intervista integrale