Elisa D’Ospina, modella curvy, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti, su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. Insulti a Chiara Bordi; parla la modella curvy Elisa D’Ospina: “Basta dare voce a questi cretini e dedicargli anche i titoloni. Bisogna iniziare a rintracciare e sanzionare questi imbecilli, dovrebbero pagare mille euro per ogni insulto. Io alcuni dei miei haters li ho chiamati, una mi ha pregato di non denunciarla perché aveva famiglia”

Sugli insulti a Chiara Bordi, concorrente disabile di Miss Italia

 “Anche io sono presa di mira sui social –ha affermato D’Ospina-. All’inizio la prendevo sul personale, poi alla fine rivaluti le parole di Umberto Eco: siamo in un periodo storico in cui diamo voci a legioni di imbecilli e ci facciamo pure i titoloni. Già che tu perdi tempo ad andare ad insultare una persona che non conosci sul web, vuol dire che nella vita ha fallito. Succede ogni giorno. Stiamo dando voce a un credito che non aveva niente da fare e voleva due minuti di visibilità, li ha ottenuti. Adesso però voglio nome e cognome di questo cretino, voglio che venga sanzionato e che paghi le conseguenze dei suoi insulti. Dobbiamo sempre pensare di essere in una grande piazza, voi andreste a dire stronza a una? Se la conosci e ti ha fatto qualcosa sì, ma se non t’ha fatto niente perché bisogna sentire gli insulti di gente che conta e zero e dargli anche peso? Chiara ha 18 anni e ha già vinto, perché ha dimostrato una forza e un coraggio immensi. Il voler lanciare un messaggio è una cosa bella che però deve rimanere intatta, non vedo perché dobbiamo rovinarla per 4 imbecilli. Per un periodo non era giustificato che una con la mia fisicità potesse fare tv e moda, quindi la frustrazione di tante che si massacravano in palestra l’ho subita anche io. C’è anche la cattiveria, che per fortuna appartiene a pochi. Io li ho anche presi di petto, grazie ai social network è facile risalire a chi sono e dove lavorano.

Affrontare gli hater

Una addirittura l’ho chiamata al bar dove lavorava e mi ha detto: “Ma perché mi chiami al bar dove lavoro?” Io le ho detto: “Preferisci che mi presenti di persona?” E lei: “No scusami, ho famiglia, ti prego non mi denunciare, ho un figlio piccolo, mi faccio il culo per 400 euro al mese”. Allora le ho detto: “Cretina, invece di spendere 5 minuti per dare della troia a me, magari pensa a farti qualche straordinario in più che forse ci guadagni”. Mi auguro che la giustizia italiana inizi a prendere misure anche sui social network, ma non tanto per gente come me che sta da 20 anni sui social, ma per i ragazzi più giovani. Chiara mi sembra abbastanza forte, ma è chiaro che nel suo cuore forse sta un po’ morendo perché dal messaggio che voleva lanciare si è trovata degli haters. Ci sono persone ancora più piccole che questi messaggi li assorbono e si ammalano di altre cose. Bisogna iniziare a punire, anche piccole cose: ad esempio, per ogni insulto mi dai 1000 euro. Così magari ti passa la voglia”.