Mafia Capitale, il magistrato Alfonso Sabella è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano – Dentro la notizia” condotta da Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Sentenza storica? Ho visto troppa enfasi in giro. Il vero momento storico fu quello degli arresti nel 2014. Più legalità con Raggi sindaco? Assolutamente no, legalità non vuol dire restare immobili per paura di incappare in possibili rischi. L’attuale classe burocratica è probabilmente più onesta di quella che c’era nel dicembre 2014, ma è sostanzialmente incapace di dare risposte alla città”
Riguardo la sentenza della corte d’appello che ha riconosciuto l’associazione mafiosa per gli imputati nel processo Mondo di Mezzo.
“E’ stata definita da molti come una sentenza storica –ha affermato Sabella-. Sicuramente è importantissima per quanto riguarda noi operatori di diritto, per quanto riguarda gli avvocati, i magistrati. Per i cittadini romani lo è molto meno secondo me. Ho visto troppa enfasi in giro. Nel senso che il momento storico reale è quello del dicembre 2014 quando furono eseguiti quegli arresti. In quel momento Roma si è svegliata e ha dovuto prendere atto del fatto che l’amministrazione e le istituzioni della capitale fossero piegate ad un sodalizio criminale, che poi questo venga definito mafioso o meno sul piano giuridico è un dettaglio praticamente insignificante. Questo sodalizio controllava gran parte degli appalti pubblici, piegava ad interessi privati quelli che dovevano essere interessi pubblici dove venivano buttati gran parte dei soldi dei cittadini. La cosa storica di tutta questa vicenda è il fatto che Roma debba confrontarsi con questa realtà, una realtà che secondo me è stata “seppellita”, spedita all’oblio dalle indagini che in maniera tempestiva e molto efficace la Procura di Roma e le forze di polizia hanno compiuto. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, aspetteremo la Cassazione per vedere come si orienterà, ma questo è un discorso per gli addetti ai lavori e per gli imputati”.
Si allarga il concetto di associazione mafiosa?
“Sul piano giuridico è una sentenza che fa certamente paura –ha dichiarato Sabella- perché certifica che l’associazione può essere mafiosa anche quando non abbia quel rigido controllo del territorio, che del resto non è nemmeno previsto dall’art. 416bis, che di solito caratterizza le grandi organizzazioni del sud. Ricordiamoci però che la Corte d’Appello ha escluso l’aggravante prevista dell’associazione armata. Questo probabilmente ha determinato gli sconti di pena”.
A Roma con la giunta 5 Stelle c’è più legalità?
“Assolutamente no –ha affermato Sabella-. Purtroppo se la legalità viene intesa nel senso di non fare le cose per non fare niente di illegale, da cittadino romano non posso essere d’accordo. Quello che è noto è una sostanziale paralisi amministrativa, determinata dal fatto che a Roma c’è una classe burocratico-amministrativa che normalmente, fatte salvo alcune pregevoli eccezioni, è incapace di assolvere ai suoi compiti rispettando la legalità ma anche l’onore, per fare in modo che le gare si facciano e i provvedimenti si adottino. Invece mi pare che, proprio per evitare di incappare in possibili rischi, ci sia una classe burocratica probabilmente più onesta di quella che c’era nel dicembre 2014, ma che è sostanzialmente incapace di dare risposte alla città. Questo è il problema fondamentale su cui bisogna lavorare. Se il fine è rispettare la legalità mi pare che siamo molto lontani da quello che si può definire una buona amministrazione, la buona amministrazione è quella che rispettando la legalità le cose le fa”.